
“Laudato si’ mi Signore per sora acqua, umile e casta…”: vale ancora il Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi, primo e tuttora sempre attuale manuale di ecologia? Oggi l’acqua è ancora un “bene comune”; un diritto fondamentale e insostituibile per ogni individuo e collettività; una fonte di vita, salute, cibo, sviluppo, benessere e cultura. Quando c’è! Per quanto tempo ancora? Però l’acqua è anche un segno di contraddizione. È oggetto di contesa tra le tendenze contrapposte alla privatizzazione e alla pubblicizzazione del suo regime; tra la dimensione privata del mercato e quella pubblica di un diritto fondamentale; tra la scarsità di essa (per causa naturale o spesso indotta a fini commerciali) e la sua sovrabbondanza (non solo per causa naturale ma troppo spesso perché strumento umano di guerra e di morte o frutto di malagestio del territorio); tra una siccità madre di carestia e di morte e un afflusso eccessivo padre di disastri e di alluvioni; tra la sua considerazione di bene vitale e quella di bene soltanto economico... (segue)
Dopo un difficile compromesso, fumata bianca al Consiglio europeo sui principali posti apicali nell'Unione europea
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