editoriale di Beniamino Caravita
Il tema di questa riflessione, così come di molte discussioni di questi ultimi tre-quattro anni in tema di federalismo, mi pone ogni volta di fronte ad una domanda quasi esistenziale, legata alla dimensione di studioso di questi temi.
La questione è: accettare supinamente le definizioni o sottoporle ad analisi e verifica? E devo confessare che, di fronte alla deriva politico-giornalistica del dibattito sul federalismo e sul federalismo fiscale, è sempre più difficile trattenersi.
E' proprio "federalismo" quello di cui parliamo? E, se del caso, stiamo parlando proprio di "federalismo fiscale"? La risposta a questa domanda - teorica, certo!, ma inevitabile - non è senza conseguenze, giacché tutte una serie di considerazioni, valutazioni e conclusioni derivano proprio dalla risposta ad essa.
Rinviando a un saggio più ampio che sto preparando anche per la discussione in sede internazionale, lasciatemi abbozzare la risposta alla prima domanda: è proprio federalismo quello di cui stiamo parlando per l'Italia del 2011?
Così posta la questione, non è difficile immaginare una risposta negativa, ma non per la tradizionale ragione che si utilizza nel dibattito su regionalismo e federalismo, quella secondo cui in Italia noi abbiamo regioni, enti autonomi ma non sovrani, mentre nel modello federale gli enti membri sarebbero titolari di una originaria, ancorché perduta, sovranità: questo tipo di discussione è vecchia, molto vecchia e non ha mai, a parer mio, colto pienamente nel segno.
Per argomentare la mia risposta comunque negativa, devo fare un brevissimo scenario, andando al di là anche della tradizionale - ma egualmente insoddisfacente - tesi secondo cui esisterebbero innumerevoli definizioni di federalismo, tutte dotate di pari dignità: e, invero, una nozione bonne à tout faire è totalmente inutile sotto il profilo scientifico e della capacità di offrire strumenti di comprensione della realtà.
Invero, se facciamo riferimento alle vicende moderne, il primo, grande modello di federalismo è quello che nasce dall'originario superamento del colonialismo europeo: nell'arco del XIX secolo, cioè dalla fine del XVIII al primo anno del XX secolo, si assiste al fenomeno della creazione di modelli statuali in cui, essendo impossibile la riproposizione dello stato nazionale di matrice europea, le elités bianche locali si orientano progressivamente, con un processo che sarà pluridecennale, verso la formazione sui grandi territori sottratti alle madrepatrie (inglese, spagnola, portoghese, francese) di un modello federale. A partire dagli Stati Uniti a finire con l'Australia (1901), passando per l'Argentina, il Brasile, il Messico, il Canada, nel primo superamento del colonialismo nazionale europeo il modello statuale adottato è chiaramente quello federale...