editoriale di Andrea De Petris
Nel 1957, quando la CDU si confermava ormai già quasi dieci anni ininterrottamente alla guida dell’Esecutivo della Germania federale, ed altri movimenti tentavano di proporre agli elettori alternative di governo credibili, la campagna elettorale dei cristiano-democratici era contraddistinta da uno slogan preciso ed eloquente: “
Keine Experimente: CDU”. A distanza di oltre 50 anni, “Niente esperimenti: CDU” non compare più sui manifesti elettorali del partito, ma rappresenta un’ottima sintesi di quello che è stato l’esito del voto dello scorso 22 settembre: mai come in questa occasione il successo cristiano-democratico può essere considerato non solo come il dato più caratterizzante della consultazione, ma anche come la conseguenza del rifiuto della grande maggioranza degli elettori di prestare ascolto a soluzioni alternative a quella rappresentata, o meglio impersonificata da Angela Merkel. La Cancelliera uscente, ampiamente riconfermata in quello che sarà il suo terzo mandato, ottiene dalle urne la sua definitiva consacrazione come guida della destra conservatrice e della Germania del nuovo millennio: alla cd. “Era Schröder”, che aveva segnato la transizione tedesca tra la fine del ‘900 e l’inizio degli anni ‘2000, le ultime due legislature e la prossima che sta per cominciare possono senza dubbio entrare negli annali di storia politica come... (segue)