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NUMERO 8 - 20/04/2016

 Forma di stato e forma di governo nel pensiero di Giuseppe De Vergottini

Si è soliti attribuire alla dottrina di Costantino Mortati la teoria dello stretto legame tra la forma di Stato e la forma di governo. Infatti, nelle lezioni su Le forme di governo pubblicate nel 1973, Mortati esordisce nella prima pagina del suo volume con l’affermazione: <>. A ben vedere però, chi ha saputo caratterizzare meglio, ovvero con maggiore incisività, l’inscindibilità tra forma di Stato e forma di governo è stato senz’altro Giuseppe de Vergottini. E lo ha fatto, innanzitutto e soprattutto, come dirò meglio più avanti, con la teoria della opposizione garantita, che rappresenta in maniera plastica la congiunzione tra la forma di Stato e la forma di governo. Va preliminarmente detto, che de Vergottini utilizza il concetto forma di Stato anche come “regime politico”, e quindi rientrano in questa categoria non solo i principi-valori e le finalità degli organi costituzionali ma anche i criteri relativi alla disciplina dello stato-comunità, al ruolo dell’individuo e dei gruppi e quelli relativi allo stato-apparato e alle sue modalità di intervento. E così anche i principi del sistema economico e politico, nonché i partiti politici e la legislazione elettorale. Si tratta di un modo e un metodo più inclusivo, che individua una serie di situazioni e soluzioni costituzionali che esprimono l’essenza dello Stato, connotandolo come regime politico. Si tratta quindi di una <>. Una posizione originale sorretta da una visione dinamica, che si differenzia da quelle direi più statiche della dottrina prevalente, che tende a riassumere nel più generico rapporto tra l’individuo e l’autorità il nucleo forte della forma di Stato. Il concetto di forma di governo, de Vergottini lo esprime nel <>. Ecco perché <>. Ecco perché si deve riconoscere l’importanza che ha la forma di governo per qualificare il regime realmente operante in un ordinamento; pertanto, <la scelta sulla forma di governo incida sulla stessa forma di stato>>: anche perché attraverso il criterio della titolarità del potere e di quello delle modalità d’uso dello stesso si qualifica il regime realmente operante in un ordinamento. Laddove vi è ripartizione del potere e  reciproco controllo fra gli organi, ovvero possibilità di verifica sull’uso del potere, siamo in un contesto di ipotesi della forma di stato di derivazione liberale... (segue)



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