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NUMERO 1 - 08/01/2014

 Sul disallineamento tra il ddl Delrio ed il disegno costituzionale attuale

Tra i meriti principali del ddl. N. 1542 “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di comuni” presentato alla Camera dei deputati il 20 agosto 2013 e approvato in prima lettura dalla stessa Camera il 21 dicembre vi è senza dubbio quello di istituire le città metropolitane (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria) come enti territoriali di area vasta, con l’obiettivo specifico della promozione e gestione integrata dei sevizi fondamentali allo sviluppo economico e sociale dell’area stessa e come volano di una maggiore integrazione europea dell’area stessa. E’ indubbio, infatti, che città metropolitane così costituite avranno sia la “massa” critica adeguata (in termini di territorio di riferimento), sia la forza politica unitaria per costituire punti privilegiati per insediamenti economico-produttivi di significative dimensioni, nonché per divenire in progressione di tempo snodi di comunicazione strategici per l’intera area europea (si pensi a Torino, Genova, Venezia…). In questa prospettiva, poco hanno da lamentare Regioni, Province e Comuni per il mancato attivo e proattivo coinvolgimento nella stesura del ddl. Entrambi tali enti, infatti, hanno la responsabilità politica di aver frenato in questi anni l’istituzione dell’area vasta, a causa degli infiniti litigi sulla leadership politica della stessa. Il testo in questione tira dritto e punta all’attuazione dell’art. 114, così come rivisitato nel 2001, cercando di proiettare anche il nostro Paese nella visione europea della capitale reticolare... (segue)



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