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NUMERO 12 - 11/06/2008

 Nomi di dominio della pubblica amministrazione

Il discorso sui nomi a dominio della Pubblica Amministrazione richiede preliminarmente alcune indicazioni di base.
Sembra infatti opportuno fornire una succinta panoramica sui nomi a dominio in generale prima d’addentrarsi nella realtà italiana, occupandosi sia delle regole per l’assegnazione dei nomi a dominio all’interno del ccTLD”it” (Italia) con riferimento agli standard IPS (Internet Protocol Suite), sia delle procedure di registrazione.
Fortunatamente il compito è reso abbastanza agevole dall’esistenza di un corpo di norme denominato «Regolamento di assegnazione e gestione dei nomi a dominio nel ccTLD “it”» (versione 5.0.2 del 24 gennaio del 2008), d’ora in poi Regolamento, cui accede anche il «Regolamento per la risoluzione delle dispute nel ccTLD “it”».
Anche, però, rispetto a questa prospettiva, non sembra inutile rammentare come la “rete” Internet sia nella realtà costituita dall’insieme di innumerevoli reti telematiche, che, a loro volta, collegano tra loro un numero ormai difficilmente calcolabile di elaboratori. La connessione a tale “rete” si realizza grazie all’intermediazione di un Internet Service Provider (ISP), cui spetta anche l’attribuzione ai suoi “utenti” di un numero d’identificazione.
Quest’ultimo, detto più propriamente indirizzo IP (Internet Protocol Address) è idoneo ad individuare l’elaboratore sulla rete in modo univoco. Gli indirizzi IP vengono assegnati in modo statico, cioè resta il medesimo ogni volta che ci si collega, o dinamico, se si assegna un nuovo e diverso indirizzo ogni volta che ci si collega alla Rete.
Va da sé che solo un indirizzo statico è in grado di assolvere ad un’utilizzazione della Rete in maniera professionale, sia dal punto di vista privatistico, sia da quello pubblicistico, e, dunque, con le particolari finalità della Pubblica Amministrazione.
 



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