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NUMERO 13 - 25/06/2008

 Un nuovo status per la Capitale

Solo l’attuale situazione di fatto in cui versano le casse del Comune di Roma, porta finalmente alla ribalta una problematica da lungo tempo accantonata, sepolta dalle contingenti esigenze dei Governi che si sono succeduti negli ultimi 60 anni.
Come spesso accade nel nostro Paese, solamente “l’emergenza” ha consentito, infatti, di risvegliare le coscienze collettive e puntare la luce dei riflettori sulla situazione di fatto che, quotidianamente, il Comune di Roma si trova ad affrontare.
Già da tempo è vivo il dibattito sulla necessità di dotare di regole ed assetti differenti le principali aree metropolitane italiane, da troppo tempo assoggettate alle regole comuni dettate dal Testo Unico degli Enti Locali, per Comuni e Province, ma poco o nulla si è detto sul riconoscimento di un particolare Status per la Capitale. Ancora vivo è il ricordo del confronto tra opposizione e maggioranza sul testo proposto dall’ex Ministro Lanzillotta in tema di aree metropolitane nel corso della precedente legislatura ma, anche in quel contesto, nonostante i miei numerosi sforzi e la presentazione di un disegno di legge ad hoc, la Città Eterna è rimasta “costretta” nell’ambito di pochi, generici articoli e buttata tra la moltitudine di problematiche da risolvere nell’ambito di un globale riassetto dei differenti livelli di governo.
Oggi come ieri Roma è un territorio, una Capitale, una città unica al mondo, le cui peculiarità sono cantate e celebrate a livello mondiale, ma disconosciute tanto dai suoi cittadini quanto dall’intero popolo italiano. Ben pochi sanno, infatti, che questo Comune attualmente amministra un territorio in grado di contenere nel suo perimetro ben nove tra i maggiori capoluoghi di regione italiana, in un’area paragonabile solamente a quella delle più grandi capitali europee quali Parigi, Berlino e Londra. Tuttavia, anche da queste ultime si discosta, grazie alla presenza, nel suo territorio, di ben quattro rappresentanze diplomatiche (la sede della Fao, della Santa Sede, del Governo italiano e dei Cavalieri di Malta) e di uno Stato autonomo ed indipendente come la Città del Vaticano. In nessun conto vengono tenuti i pesi che gravano sulla macchina amministrativa, chiamata a garantire sicurezza e funzionalità tanto alle istituzioni estere e del nostro Stato, quanto ai semplici cittadini.

(segue)



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