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NUMERO 14 - 09/07/2008

 Appello alla ragione per un nuovo rapporto tra politica e giustizia

Noi sottoscritti crediamo che gli attuali conflitti tra politica e giustizia meritino pacatezza e raziocinio, e non prese di posizione oltranziste assunte da intellettuali che si ritengono a priori, sempre e comunque, dalla parte del “bene”, della moralità, della Costituzione “minacciata”. Da uomini liberi e responsabili, pensiamo che il muro contro muro in nome di principi assolutizzati non giovi a nessuno, così come riteniamo ingenuo ricondurre ogni tensione tra politica e giustizia a un referendum pro o contro Berlusconi.
Pensiamo che l’indipendenza della magistratura e dell’attività giurisdizionale devono essere bilanciate con la difesa della separazione dei poteri e del principio della sovranità popolare, che affida a chi ha vinto le elezioni il diritto di governare, e a chi è all’opposizione il diritto di candidarsi a succedergli mediante la proposizione di programmi alternativi, nella convinzione che ciò rafforzerebbe quegli strumenti di controllo e bilanciamento in grado di limitare l’esercizio del potere politico già previsti dal nostro sistema costituzionale. Da uomini liberi e responsabili, riteniamo che tutto ciò sia ancora più importante in un momento in cui le difficoltà crescenti richiedono un’incisiva azione di governo, immune da quella spirale di inefficienze, indecisioni e supplenze indesiderate che l’Italia ha già abbondantemente patito.
Per tutte queste ragioni, crediamo che siano aprioristiche e perciò dannose posizioni oltranziste nei confronti di misure come il cd. “Lodo Alfano”, che si sforzano di bilanciare ragionevolmente i diversi interessi in gioco in quel conflitto tra politica e giustizia che dura da ormai troppi anni e al nostro Paese è costato la perdita di innumerevoli opportunità di crescita e sviluppo. Nel rispetto delle indicazioni fornite a suo tempo dalla Corte costituzionale e come indicato pochi giorni fa dello stesso Capo dello Stato, il “Lodo” mira a garantire una temporanea immunità ai soggetti investiti delle cariche politico-istituzionali più importanti. Consente a chi ha responsabilità di governo di dedicarsi a esse con la necessaria serenità e il dovuto impegno, senza per questo pregiudicare il principio dell’eguale soggezione di tutti alla legge penale.
Riteniamo che sottovalutare queste esigenze presenti il rischio di far precipitare il Paese in vere e proprie emergenze istituzionali, nella contingenza economica oltretutto meno adatta. Anche questa, ne siamo fortemente convinti, è una preoccupazione che deve animare chi ha a cuore la Costituzione e i suoi principi.
 
Primi firmatari: Annibale Marini; Giuseppe de Vergottini; Giorgio Lombardi; Beniamino Caravita di Toritto; Giovanni Pitruzzella; Nicolò Zanon; Paolo Armaroli; Agostino Carrino; Fabrizio Cassella; Luisa Cassetti; Ginevra Cerrina Feroni; Achille Chiappetti; Raffaele Chiarelli; Claudio Chiola; Fabio Cintioli; Mario Comba;Tommaso Edoardo Frosini; Marco Galdi; Felice Giuffrè; Guido Guidi; Giampaolo Ladu; Vincenzo Lippolis; Aldo Loiodice; Luigi Melica; Luca Mezzetti; Roberto Nania; Ida Nicotra; Pier Luigi Portaluri; Giulio M. Salerno; Ciro Sbailò; Antonella Sciortino; Giorgio Spangher; Michele Spremolla; Federico Tedeschini; Vincenzo Tondi della Mura; Marco Villani



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