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NUMERO 17 - 10/09/2008

 Il rapporto tra politica e magistratura: le ipotesi di ripristino dell'autorizzazione a procedere e di un nuovo metodo di composizione del Consiglio Superiore della Magistratura

Il rapporto tra politica e magistratura voluto dai costituenti e sviluppato in successive leggi di attuazione della Carta costituzionale ha subito negli anni alterazioni significative. Ciò è stato dovuto, in primo luogo, alla riforma dell’ art. 68 Cost. che nel 1993, sull’ onda delle vicende giudiziarie note come “Mani pulite”,  soppresse l’ istituto dell’autorizzazione a procedere per la sottoposizione dei parlamentari a procedimenti penali. Per altro verso, il Consiglio superiore della magistratura ha sempre interpretato estensivamente le proprie attribuzioni e ha assunto un ruolo “politico” di rappresentanza del potere giudiziario, ben diverso da quello amministrativo disegnato dall’ art. 104 Cost. E’ sufficiente pensare all’ emersione dei c.d. atti paranormativi del Csm che confliggono con la riserva di legge stabilita dall’ art. 108 Cost. e alla forzatura della competenza ad esprimere pareri sui disegni di legge in materia di giustizia (previsti dalla legge come diretti al ministro della giustizia e, secondo l’ interpretazione più corretta, solo se richiesti), quasi a configurare un intervento nel procedimento legislativo con una diretta interlocuzione con il Parlamento.
Naturalmente, vi sono altri aspetti che andrebbero considerati, ma in questo intervento nel dibattito avviato da federalismi tratto i due punti indicati che involgono questioni di livello costituzionale.
2.La soppressione dell’ autorizzazione a procedere ha condotto all’ approvazione della legge n. 140 del 2003 che , oltre a prevedere disposizioni di attuazione dell’art. 68 Cost., introduceva la temporanea immunità penale per le alte cariche dello Stato, il c.d. lodo Schifani. Dopo la dichiarazione di incostituzionalità di quest’ ultimo, pronunciata dalla sentenza della Corte costituzionale n. 24 del 2004, si è giunti  al c. d. lodo Alfano, la legge n.124 del 2008, che ha reintrodotto l’ immunità per le alte cariche, con adeguamenti alla sentenza della Corte. Indipendentemente dal giudizio che si voglia dare su quest’ ultima legge, mi pare che oggettivamente essa sia stata originata dalla soppressione della prerogativa prevista nel testo originario dell’art. 68 Cost.. Il lodo Alfano costituisce un atto di riequilibrio del rapporto politica – magistratura, squilibrato dalla riforma del 1993.



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