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NUMERO 18 - 24/09/2008

 Unione Europea, Globalizzazione e cambiamenti nell'organizzazione politica spagnola

Il presente lavoro si prefigge di analizzare la situazione attuale delle CCAA spagnole, la quale risulta molto diversa rispetto a quella di mezzo secolo fa. Per quanto concerne il presente lavoro, le circostanze che distinguono il mondo attuale da quello di mezzo secolo fa sono fondamentalmente due: in primo luogo, il processo d’integrazione europea e, in secondo, il processo di globalizzazione o mondializzazione. In entrambi i casi parliamo di processi, che, in via di principio, non comportano novità essenziali con riferimento ad altri processi storici, come per esempio la creazione dello Stato moderno. La novità forse pare dovuta alla velocità che presentano i cambiamenti attuali. La teoria marxista ha sempre vincolato i cambiamenti dell’organizzazione sociale ai cambiamenti tecnologici nei modi di produzione. Possiamo avere qualche dubbio circa il fatto che, attualmente, i processi di cambiamento nelle nostre organizzazioni sociali, almeno in parte, si producano anche in funzione dei cambiamenti tecnologici dei quali siamo testimoni diretti? Forse l’integrazione europea non è stata così dipendente nei suoi inizi dai cambiamenti tecnologici, pur essendo difficile comprendere il relativo sviluppo successivo senza il ricorso ai computers, ad esempio. Ma la globalizzazione risponde chiaramente a tale schema argomentativo.
Non credo che sarà utile studiare le CCAA senza tenere in considerazione l’organizzazione politica di cui fanno parte, ossia lo Stato spagnolo. Al contrario, se consideriamo la distribuzione delle competenze con riferimento alla materia delle relazioni internazionali, sarà pressocché inutile tentare di immaginare la situazione isolata di una Comunità autonoma di fronte all’Unione Europea e alla globalizzazione, prescindendo dalla sua condizione d’integrazione nel quadro dello Stato spagnolo. Tuttavia, pur non disponendo di competenze in materia di relazioni internazionali, le CCAA spagnole hanno un certo margine di autonomia in relazione ai problemi che abbiamo appena richiamato. È il caso, ad esempio, della partecipazione alle decisioni comunitarie e internazionali, in generale, dello Stato, denominata “azione estera delle CCAA”, come anche della sua stessa organizzazione interna volta a elaborare le direttrici politiche che applica tanto nella partecipazione quanto nell’azione estera. Di quanto fin qui richiamato, il presente lavoro tiene in considerazione tanto le risposte dello Stato a fronte delle nuove situazioni, quanto, e più specificatamente, quelle delle CCAA.

(segue)



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