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di Francesco Clementi
La politica ha un costo, ma non bisogna vergognarsi a dirlo. Un utile insegnamento dall’esperienza delle recenti elezioni presidenziali
L’esito delle elezioni presidenziali americane ci presentano, in tema di disciplina del finanziamento pubblico della campagna elettorale per le elezioni presidenziali, una conferma che, con il passar del tempo, sembra essere sempre più intrigante per coloro che sono interessati a capire l’incidenza delle regole giuridiche sulle dinamiche degli assetti sociali.
Infatti, i candidati dei due maggiori partiti, “freschi di nomina” post Convention, hanno deciso –così come avviene a fortiori dai tempi di Bush vs. Gore - di rinunciare al finanziamento pubblico previsto per la parte finale della campagna elettorale presidenziale (e dunque anche alle regole più stringenti di quelle, già stringenti, previste per il finanziamento privato) affrontando “in mare aperto”, nella società, il problema della ricerca dei fondi necessari per la fase finale.
Tale scelta -operata con lucidità da ragionieri si direbbe- è stata premiata su due versanti. Dal lato economico, ha fatto sì che l’ammontare totale raccolto dai i due contendenti nella società fosse di gran lunga maggiore di quanto avrebbero potuto ricevere se avessero accettato i fondi pubblici.
Dal lato politico, a maggior ragione, tale scelta si è presentata come vincente in quanto ha costretto i due contendenti a ricercare concretamente nella società e nell’elettorato –che come noto non è registrato e spesso restio a registrarsi e a votare- non un mero consenso politico ma un reale supporto, il più delle volte “certificato” da un ulteriore segnale di vicinanza: una donazione economica.
Così, pur esistendo una garanzia di tipo pubblico sul piano dell’uguaglianza politica delle chances, nel rispetto delle regole scritte per il finanziamento privato, e di quelle non-scritte, di tipo politico (ossia stando attenti ad evitare qualche finanziatore “troppo scomodo” politicamente) sia Barack Obama che John McCain si sono lanciati nella società alla ricerca di un consenso, anche economico.
(segue)