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NUMERO 2 - 28/01/2009

 Lo Statuto dell'Opposizione in Francia per una nuova valorizzazione del Parlamento

Il tema dello Statuto dell'Opposizione in Francia nella sua organicità è un frutto relativamente recente dell'evoluzione istituzionale francese. Ne ho trattato in modo organico in un testo scritto con Massimo Rubechi che è in corso di pubblicazione e che è già consultabile sul sito www.libertaeguale.com <http://www.libertaeguale.com/> , nella sezione Think Tank.
Si tratta a mio avviso della parte potenzialmente più innovativa, l'unica che può dar corpo a un'effettiva nuova valorizzazione del Parlamento; evito il termine "riparlamentarizzazione" usato da vari Autori francesi e ripreso anche da Marco Olivetti nel recente seminario di Astrid dello scorso 19 novembre perché essa, al di là degli intenti dei singoli che lo usano per lo più in modo avalutativo, dà erroneamente l'idea che si possano rimettere le lancette indietro a prima del 1958 o più in generale, come ha ben sottolineato recentemente Fulco Lanchester nel medesimo seminario all'idea nostalgica di un Parlamento "reattivo", capace di smentire nel voto in modo non episodico il raccordo corpo elettorale-maggioranza-Governo, cosa che non accade più da molti decenni in tutte le grandi democrazie - come mostrano i dati relativi alla produzione legislativa: la quasi totalità delle leggi approvate è di iniziativa governativa - che prevedono il rapporto fiduciario e che ancor meno può capitare in Francia, specie dopo il trend delle riforme sperimentate dal 2000, come si chiarirà oltre.
 
Tale Statuto si condensa in tre punti qualificanti, che esaminiamo qui nell'ordine del testo della riforma.
In primo luogo, nelle modifiche al referendum propositivo di cui all'articolo 11, prevedendo una iniziativa da parte di un quinto dei membri del Parlamento sostenuta da un decimo degli elettori, che sarà poi sviluppata da una legge organica. Dato che l'indizione del referendum è subordinata al mancato esame parlamentare entro una certa data, la legge organica sarà decisiva soprattutto nell'interpretare in modo estensivo o riduttivo il concetto di esame da parte delle assemblee e, soprattutto, per il concreto termine temporale che si inserirà. Formalmente l'iniziativa non è limitata ai parlamentari della maggioranza e in astratto non si possono escludere aggregazioni trasversali minoritarie in Parlamento che pensino di essere maggioritarie nel Paese, ma è evidente che, anche per l'elevato quorum richiesto tra gli elettori, la riforma è studiata per consentire all'opposizione parlamentare, che ha perso le precedenti elezioni, ma che ritiene di essere maggioritaria su qualche particolare issue, di farsi valere con l'appello diretto ai cittadini. Per certi versi si rilancia l'istituto referendario con una logica simile a quella con cui lo attivava De Gaulle, che ne faceva una sorta di questione di fiducia rinnovata al paese dentro il lungo mandato settennale; qui sono invece l'Opposizione e la sua leadership che possono cercare di giocare d'anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura.



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