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NUMERO 3 - 11/02/2009

 I diritti alle pari opportunità e il diritto delle pari opportunità: uno sguardo alla legislazione regionale

Lo sguardo di questo spezzone di ricerca cade sulla dimensione applicativa del principio delle pari opportunità con riferimento alla competenza legislativa regionale che investe la garanzia dei diritti della cittadinanza sociale. Si rivolge cioè ai molteplici ambiti in cui gli sforzi del legislatore regionale diretti a ‘disancorare’ la persona da condizioni di disagio sociale vanno inevitabilmente ad intersecare il terreno e le logiche dell’uguaglianza sostanziale, quale formula riassuntiva di tutte le politiche chiamate ad assicurare paritarie condizioni di “promozione umana”.
Ovviamente, ma forse non è nemmeno il caso di precisarlo, il lavoro che qui si presenta non intende (e non può) avere la pretesa di fornire un panorama esaustivo che rispecchi perfettamente tutti gli interventi legislativi approntati dalle Regioni italiane sul versante delle politiche sociali. La scelta del settore (le pari opportunità) e del metodo di indagine (l’osservazione attraverso la lente della legge regionale) va ricercata nell’auspicio di individuare, e magari proporre, modelli di significativi e ‘inediti’ approcci di lotta alla marginalità sociale che, in questo livello di governo, costituiscono adempimento del doveroso imperativo, che grava sulla Repubblica (in tutte le sue articolazioni istituzionali, declinate espressamente nell’art. 114 Cost.), di garantire a tutti gli individui parità di chances nei punti di partenza (art. 3, II c., Cost).
Ecco, quindi, perché, proprio muovendo da una cornice costituzionale che accresce l’autonomia delle Regioni nella possibilità di diversificare le proprie scelte legislative anche con riferimento ai diritti della persona, l’analisi condotta proverà a definire il quadro delle strategie messe in campo, segnalando, ove presenti, anche le misure più innovative che il legislatore regionale ha saputo introdurre sfruttando il potenziale di differenziazione impresso dalla riscrittura del Titolo V Cost.
L’importanza dell’approfondimento della legislazione regionale emerge, infatti, con evidenza ove si osservi che la normativa prodotta si innesta su uno scenario reale connotato da una marcata disomogeneità dei contesti territoriali di riferimento (sul piano economico, sociale e culturale) e, pertanto, dalla eterogeneità dei fattori che influiscono sull’impegno affidato dall’art. 3, II c., Cost. ai pubblici poteri, e segnatamente al legislatore (statale e regionale, ciascuno in rapporto ai titoli costituzionali che ne legittimano l’intervento), di rimuovere ogni ostacolo all’effettivo paritario godimento dei diritti fondamentali della persona.

(segue)



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