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NUMERO 10 - 20/05/2009

 Politica e diritto in Silvano Tosi

Il rapporto politica - diritto costituisce un fondamentale banco di prova per individuare il taglio metodologico di un giurista e per valutare i suoi argomenti di ricerca. Silvano Tosi è stato indubbiamente un giurista d’indirizzo realista, che ha sviluppato in maniera originale le suggestioni sussunte non soltanto nell’ambiente della Facoltà di Scienze politiche “Cesare Alfieri” attraverso i suoi Maestri, ma anche dal periodo storico in cui ha vissuto e che ha influenzato- ovviamente- la sua concreta posizione nei confronti del politico.
 In questa occasione intendo accennare a taluni aspetti della sua produzione, al fine di sottolineare come Tosi sia partito dallo studio di alcuni temi liminari del diritto costituzionale (il colpo di Stato e la rivoluzione), esaminando territori di ricerca considerati caldi e nello stesso tempo trascurati dalla dottrina costituzionalistica del periodo (il diritto parlamentare ed in particolare i regolamenti parlamentari) per inserirli nel corso del tempo nell’ambito della realtà dello Stato di diritto costituzionale, che è venuto ad instaurarsi processualmente in Italia dal 1948 in poi.
L’attività scientifica di Silvano Tosi si è svolta, infatti, in modo estremamente significativo nell’arco del primo quarantennio della vicenda costituzionale repubblicana, che egli ha accompagnato nel lungo tragitto dalle incertezze della cosiddetta costituzione fluida (frutto del cosiddetto diritto costituzionale transitorio e provvisorio) verso il periodo della costituzione applicata e poi discussa, in una dinamica di implementazione progressiva, dove il ruolo prevalente della costituzione materiale, caratterizzata dalle forze politiche, viene affiancato da quello della costituzione vivente, che ha per protagonista la giurisdizione costituzionale. Attraverso la sua opera mi sembra sia possibile esaminare un esponente della scuola antiformalista, che prende coscienza, senza rinunziare alle proprie caratteristiche e a dubbi sistemici, della rivoluzione istituzionale che la presenza della giurisdizione costituzionale introduce nel sistema e ne tiene conto nell’ambito dell’inveramento della tecnica della libertà rappresentata dal diritto costituzionale.


(segue)



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