Non può non colpire il fatto che già nel 1960 Mario Longo sottolineasse come l’ordinamento italiano fosse oberato da troppe “leggi” e come preconizzasse, ove non si fosse posto rimedio al più presto, una ingestibile situazione di “caos” normativo con conseguente non conoscibilità del diritto e incertezza nella sua applicazione, a tutto svantaggio della garanzia dei diritti e del funzionamento dell’intero sistema istituzionale, sociale ed economico.
Nel susseguirsi del tempo, vista la carenza di qualsivoglia intervento di manutenzione dell’ordinamento, numerosi sono stati gli allarmati richiami sollevati in tal senso da più parti, rilevando come non fosse più neppure possibile, negli anni ottanta, avere precisa contezza del numero degli atti normativi vigenti, in quanto mai abrogati, ivi compresi quelli anteriori alla Costituzione. Situazione questa resa poi ulteriormente complicata dall’ampliamento dei poteri normativi delle Regioni, nonché di quelli degli Enti locali in forza della modifica del Titolo V della Costituzione.
Si è dovuti così arrivare alla legge n. 246 del 2005 su “Semplificazione e riassetto normativo per l’anno 2005”, la quale, come è noto, all’art. 14, prevede, tramite un meccanismo denominato “norma ghigliottina”, quello che viene ormai definito correntemente “ il taglia-leggi”, con delega al Governo ad abrogare leggi antecedenti al 1/1/1970 obsolete o non compatibili.