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NUMERO 14 - 15/07/2009

 Avvio dell'audizione per la conferma del giudice Sotomayor

Si è avviato ieri di fronte al Judiciary Committee del Senato statunitense il processo che porterà alla conferma di Sonia Sotomayor, nominata lo scorso 1° giugno da Barack Obama come Giudice della Corte Suprema in sostituzione dell’anziano giudice David Souter, che aveva annunciato in aprile l’intenzione di ritirarsi dalla carica.
Sotomayor – 45 anni, nata nel Bronx da genitori portoricani – ha svolto i suoi studi universitari a Princeton, cui ha avuto accesso grazie ad una borsa di studio, per poi ottenere il J.D. (laurea in legge) alla Yale Law School nel 1979. Già giudice federale nella Corte distrettuale del distretto meridionale dello Stato di New York, e oggi nella Corte di Appello del secondo circuito (Connecticut, New York, Vermont), se nominata sarà il primo Justice ispanico e la terza donna di sempre nella storia della Corte – seguendo Sandra Day O’Connor, ritiratasi nel 2006, e Ruth Ginsborg, ancora in carica.
La seduta del potente Judiciary Committee, presieduto dal Sen. Patrick Leahy, Democratico del Vermont, si è aperta con l’opening statement di Sotomayor (clicca qui per il testo, qui per l’audiovideo). Nel passo politicamente più rilevante del discorso la giudice ha dichiarato che la sua filosofia giudiziaria “è semplice: è la fedeltà alla legge”. “Il compito di un giudice” – ha detto – “non è non quello di fare la legge: è di applicarla”, “interpretando la Costituzione sulla base del significato delle sue parole, interpretando le leggi sulla base delle loro parole e dell’intento del legislatore, e uniformandosi fedelmente ai precedenti stabiliti dalla Corte Suprema”. 
Con queste parole, Sotomayor ha evidentemente tentato di mettere subito a tacere le più aspre fra le critiche sollevate nel fronte conservatore e repubblicano al momento della sua nomina. Critiche che si erano appuntate su tre elementi. 
Anzitutto, su una dichiarazione resa nel corso di un discorso nel 2001. La giudice aveva affermato che – contrariamente a quanto affermato da un noto adagio spesso citato proprio da O’Connor e Ginsborg – non era vero che un saggio giudice e una saggia giudice arrivano sempre alle medesime conclusioni. Invece, diceva Sotomayor, c’era da aspettarsi che “una saggia donna ispanica, con la ricchezza della sua esperienza, [avrebbe raggiunto] spesso una conclusione migliore di quella di un uomo bianco che non [aveva avuto] quel tipo di vita”.
Secondo elemento di polemica, una dichiarazione svolta nel corso di una conferenza del 2005. In quella sede, Sotomayor – pentendosene poco dopo – aveva affermato che “sono le corti di appello i luoghi in cui si fanno le scelte politiche”, una frase contestata come una sorta di manifesto di quell’attivismo giudiziario tanto temuto dai conservatori statunitensi.
Ultimo e probabilmente più cruciale elemento di polemica il giudizio emesso nel 2008 dalla corte di appello di Sotomayor sulla causa Ricci v. De Stefano in materia di discriminazione. La causa aveva preso avvio da una decisione con cui la Città di New Haven, nel Connecticut, aveva deciso di annullare un concorso interno al corpo dei vigili del fuoco dal momento che i partecipanti afro-americani si erano classificati in posizioni significativamente e regolarmente peggiori dei loro colleghi (con un tasso di successo inferiore del 50%). Ciò – aveva spiegato l’amministrazione cittadina – avrebbe certo indotto una corte all’annullamento del concorso per via dell’impatto sproporzionato (disparate impact) del test su una minoranza protetta (il disparate impact è uno degli elementi tipici che, in determinate circostanze, costituiscono per le corti, indizio di violazione della equal protection clause). Sulla questione, la Corte di Appello (e in particolare un panel di tre giudici comprendente Sotomayor) aveva deciso in favore della città, confermando così il giudizio espresso dalla corte distrettuale (clicca qui per il breve testo della sentenza di appello). La questione – già di per sé assai delicata per il fatto di toccare una ferita aperta nel delicato tessuto sociale statunitense, quella cioè della discriminazione al contrario – rischia comunque di essere una di quelle che potrebbe causare maggiori imbarazzi alla nuova giudice per una ragione più contingente: e cioè che lo scorso 29 giugno la Corte Suprema, nel giudicare sul caso, ha emesso una lunga ed accurata sentenza in favore degli appellanti, capovolgendo così il giudizio della Corte di Sotomayor (clicca qui per il testo della sentenza della Corte Suprema).

(segue)




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Conferma di Sonia Sotomayor. Hearings davanti al Judiciary Committee del Senato Statunitense (TESTO) (VIDEO)



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