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di Francesco Verrastro e Davide Scarpone
L’attività statutaria, legislativa e regolamentare della Regione Lombardia nella VIII legislatura (2005-2010)
La Regione Lombardia costituisce, da sempre, uno dei “laboratori” istituzionali di maggior rilievo per la comprensione delle relazioni fra Stato e governo locale, soprattutto con riguardo alle zone del paese a sviluppo economico avanzato.
Se la VII legislatura ha costituito il primo banco di prova del nuovo regionalismo tracciato nel Titolo V della Costituzione e plasmato dalla Corte costituzionale, seppur nel ruolo – “non voluto e non gradito” – di supplente del legislatore, la legislatura che sta per chiudersi segna alcune differenze di passo nella ricerca e nell’attuazione del modello autonomistico regionale lombardo.
La VIII legislatura è stata caratterizzata certamente dal tentativo di dare attuazione alla cd. clausola di asimmetria prevista dall’art. 116, comma 3, della Costituzione (come modificato dalla legge cost. n. 3 del 2001) e quindi di puntare a “forme e condizioni particolari di autonomia”. Tale percorso, intrapreso in parallelo con le Regioni Piemonte e Veneto, è formalmente iniziato sul finire del 2006 (DGR VIII/3159 del 15/11/2006 e DGR VIII/3478 del 7/11/2006) con due delibere della Giunta regionale, di indirizzo e ricognizione degli ambiti materiali di interesse; successivamente, con delibera del Consiglio (DCR VIII/367 del 3/4/2007) sono state formalizzate 12 materie di interesse, tra cui spiccano l’organizzazione sanitaria, le infrastrutture e la cooperazione transfrontaliera. Il confronto istituzionale tra Governo e Regione, che ha avuto luogo nel corso del 2007, si è tuttavia arenato dopo il parere espresso dalla Conferenza delle autonomie locali (13 dicembre 2007) sulla DCR VIII/367...
(segue)