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NUMERO 4 - 23/02/2011

 Tendenze comuni in Europa (est e ovest) nella recente giurisprudenza costituzionale in materia di controlimiti

È noto a tutti come le Corti costituzionali dei Paesi membri dell’Unione europea abbiano avuto – e continuino ad avere – un ruolo cruciale nel precisare il rapporto tra i rispettivi ordinamenti nazionali e l’ordinamento comunitario. Il loro contributo non si limita peraltro solo alla definizione del regime delle fonti (collocazione del diritto comunitario, primario e derivato, e sua applicabilità; compatibilità di tale diritto con la Costituzione nazionale), ma tocca anche altri aspetti, spesso ai confini tra politica e diritto, come la sovranità statuale, la protezione del nucleo irrinunciabile dei diritti costituzionali, la natura dell’Unione, il comportamento dei giudici ordinari nei confronti delle fonti extra statuali. Naturalmente, per valutare appieno l’incidenza di tali ultimi fattori sull’ordinamento costituzionale di un Paese e, di conseguenza, sulla giurisprudenza dell’organo deputato alla sua difesa, va sempre tenuto ben presente il contesto storico-politico di riferimento. Ciò tanto più vale nei Paesi usciti dall’influenza del blocco sovietico, strenui sostenitori della propria sovranità appena riconquistata e dei diritti inviolabili così a lungo frustrati e compressi nel perdurare dello Stato socialista... (segue)



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