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NUMERO 8 - 20/04/2011

 Quale riforma per il diritto di sciopero?

I d.d.l. in commento presentano importanti misure per il contenimento della conflittualità nei servizi di trasporto pubblico. Si tratta di settori che hanno sempre posto problemi peculiari con riferimento alla conflittualità sindacale e che comportano le ricadute più pesanti per la collettività, in generale, e per taluni “soggetti deboli”, in particolare, come i pendolari e gli utenti dei mezzi pubblici. Negli ultimi anni, peraltro, le scadenze contrattuali, le rivendicazioni per un contratto unico del trasporto ed alcune rilevanti crisi aziendali hanno ulteriormente incentivato questa conflittualità.
Ma le esigenze che i due progetti intendono perseguire non hanno carattere contingente, sono di portata generale: a distanza di vent’anni dalla legge del 1990, e di dieci anni dalla novella del 2000, una revisione della legislazione appare utile e opportuna.
I progetti in esame vi si dedicano introducendo nuovi strumenti giuridici, trai quali spicca la regola della rappresentatività dei soggetti proclamanti lo sciopero.
Nella proposta a prima firma Ichino (AS n. 1409), la regola della rappresentatività minima per la proclamazione si unisce alla previsione di referendum tra i lavoratori nel caso di proclamazione avanzata da soggetti sindacali privi dei requisiti di rappresentatività richiesti, e al ricorso allo sciopero virtuale come forma tipica di protesta in quei settori nei quali l’astensione dal lavoro comporterebbe disagi eccessivi all’utenza, se non veri e propri pericoli per la cittadinanza... (segue)



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