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NUMERO 16 - 24/08/2011

 Il d.l. n. 138/2011 e ... la pubblica amministrazione che non c'è

Quando si considerano le misure che il d.l. 13 agosto 2011, n. 138 dedica alla pubblica amministrazione, più che su quanto c’è verrebbe da soffermarsi su quanto non c’è. Quello che c’è: vi sono provvedimenti che riguardano il sistema politico-amministrativo regionale e locale e che altro non sono che la reiterazione di interventi, da tempo, proposti in diverse sedi, istituzionali e dottrinali, e che qui vedono modificati alcuni aspetti riguardanti il “come” ottenere esiti, sino ad ora, cercati ma non conseguiti o solo parzialmente conseguiti. Così è per la soppressione del livello di governo provinciale che, nel d.l. n.138/2011 (art.15), si configura come soppressione parziale: ipotesi che, dal 1970, occupa il dibattito con un andamento carsico, del quale è stata espressione anche la rivitalizzazione che delle Province effettuò la prima legge post-costituzionale di disciplina dell’ordinamento degli enti locali, l. 8 giugno 1990, n. 142, poi confluita nell’ancora vigente TU del 2000 (d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 e successive modifiche). Così è per la fusione-unione dei comuni di piccole dimensioni nonché per la previsione di un esercizio in forma associata delle loro funzioni (art.16): misure per il superamento della frammentazione territoriale, apparse tanto più necessarie a fronte degli estesi decentramenti di competenze immaginati già dalle leggi sul cd. federalismo (segue)



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