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di Angelo Ciancarella
Giustizia, ultima carta: lo spin-off del Tribunale dell'economia
L’istituzione, da parte del governo Monti, di sezioni specializzate per le imprese nei dodici tribunali finora competenti in materia di brevetti e proprietà industriale rappresenta una tappa importantissima - ma già pericolosamente a rischio - nel tentativo di adeguare il servizio giustizia alle dinamiche di un’economia sempre meno riconducibile all’interno di confini territoriali (e delle relative circoscrizioni giudiziarie) e sempre più insofferente per i tempi lunghi e le incertezze normative; ma altrettanto bisognosa di controlli di legalità e tempestiva definizione delle controversie, condizione essenziale per lo sviluppo di un’economia sana.La novità si fonda sulla percezione non più soltanto della gravità del problema, ma della sua urgenza; e del suo stretto collegamento con l’attuale crisi e con il tentativo di rilanciare crescita e sviluppo. La riforma, tuttavia, rischia seriamente di non decollare o, peggio, di ripiegare su soluzioni parziali che ben difficilmente potrebbero imprimere un diverso trend alla giustizia civile, quando una o entrambe le parti appartengano al mondo delle imprese. La commissione Giustizia del Senato, infatti, sia pure soltanto in sede consultiva, ha espresso parere contrario alla conversione in legge dell’articolo istitutivo delle sezioni specializzate. Appare a questo punto opportuno, per il governo, proporre lo stralcio dell’articolo (finora solo formalmente in vigore, poiché l’efficacia è differita di 90 giorni) anziché subire una bocciatura parlamentare che renderebbe di fatto irrecuperabile la proposta in questa legislatura. Il governo potrebbe motivare la decisione con la necessità di approfondire le possibili soluzioni dopo il dibattito in commissione Giustizia e l’unanime contrarietà alla decretazione d’urgenza, riservandosi di proporre in tempi brevi un disegno di legge. Sarebbe imperdonabile non cogliere l’occasione di imprimere una svolta ai tempi della giustizia, proprio nella sfera più sensibile alla competizione economica internazionale... (segue)
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