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NUMERO 9 - 02/05/2012

 La fiscalità municipale: l'evoluzione dalla riforma federalista al decreto liberalizzazioni

Lo sviluppo dell’autonomia finanziaria degli enti territoriali, e dei Comuni in particolare, attraversa negli ultimi tempi un percorso non del tutto lineare, dovuto a vicende in parte inaspettate, che si sono presentate con urgenza e che hanno parzialmente interferito con quel cammino di attuazione dell’art. 119 Cost. rappresentato dalla l. n. 42/2009, che con il seguito di un corposo numero di decreti attuativi avrebbe dovuto rappresentare la compiuta realizzazione sul piano finanziario del disegno costituzionale avviato nel 2001. La crisi economica-finanziaria in atto già da quasi cinque anni, ma presentatasi con caratteri di ormai drammatica portata per il nostro sistema economico a partire soprattutto dalla scorsa estate, ha imposto infatti l’adozione di una serie di misure che hanno in gran parte alterato la logica e la portata della riforma conosciuta con il nome di «federalismo fiscale»: o meglio, la manovra correttiva dei conti pubblici condotta da dicembre 2011 in avanti ha utilizzato vari istituti introdotti dai decreti attuativi della l. n. 42/2009 per conseguire obiettivi differenti da quelli originariamente progettati, incidendo così anche sul ruolo che le autonomie territoriali sono chiamate a svolgere in questo frangente di contenimento della spesa pubblica. Ruolo che ha evidentemente un ragionevole fondamento, se si considera la straordinarietà di questo passaggio storico, di fronte al quale tutti i soggetti della Repubblica devono dare un apporto, anche quando questo rappresentasse un pesante sacrificio: salvo potersi interrogare se tale concorso sia stato distribuito in maniera bilanciata tra tutti i centri di spesa. Tutti i livelli di governo territoriale sono pertanto stati toccati da una serie di interventi volti non tanto a rafforzare la loro autonomia di entrata e di spesa, quanto piuttosto a garantire un gettito fiscale eccezionale; e ciò pare vero anche per la fiscalità del livello comunale, che costituisce specifico oggetto di esame in questa sede. Le riflessioni che seguono, basate sulla ricostruzione della fiscalità municipale così come disegnata dalla Costituzione e dalla legge di delega del 2009, nonché dal d. lgs. n. 23/2011 e dai vari interventi normativi adottati dal governo Monti, intendono chiarire come tale fiscalità presenti oggi connotati assai diversi da quanto era stato immaginato con l’avvio dell’attuazione dell’art. 119 Cost. Il quadro che ne risulta in questi giorni può difficilmente essere giudicato come una riuscita valorizzazione dell’autonomia finanziaria dei Comuni, ma la valutazione risulterà meglio formulata a partire dal prossimo mese di giugno, quando sarà possibile stimare le risorse che i Comuni raccoglieranno soprattutto sulla base della nuova imposta immobiliare: solo allora – per quanto per molte delle attuali misure sia prevista un’applicazione limitata nel tempo – sarà possibile esprimersi sulla qualità della finanza di livello locale, e più precisamente sulla capacità dei tributi assegnati ai Comuni di garantire agli stessi quell’autonomia necessaria a finanziare le loro funzioni... (segue)



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