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di Paolo Scarlatti
Le Regioni italiane nella fase discendente di adattamento al diritto europeo: metodi e strumenti comuni di recepimento
Il ruolo svolto dalle autonomie territoriali nella vicenda dell’integrazione europea ha assunto nel corso degli ultimi decenni un peso sempre maggiore, rappresentando ormai un profilo essenziale del processo di adeguamento al diritto dell’Unione da parte degli ordinamenti nazionali provvisti di una articolazione territoriale del potere al proprio interno. Peraltro, come ampiamente riconosciuto in dottrina, l’attenzione della politica e delle istituzioni è stata nella fase di avvio dell’esperienza comunitaria pressoché completamente assente nei confronti della dimensione sub-statale di governo. Nel quadro infatti di un contesto iniziale nel quale gli Stati membri dotati di una organizzazione interna effettivamente federale o regionale risultarono essere per lungo tempo una esigua minoranza, il processo d’integrazione sovranazionale ha nei fatti individuato nelle autonomie territoriali le vittime prime e privilegiate della partecipazione degli Stati alla costruzione di un’Europa unita. Nel corso della prima stagione d’integrazione europea le autonomie regionali e locali hanno rappresentato in effetti, ove previste, gli enti che con maggiore intensità hanno sopportato una progressiva erosione del loro ruolo istituzionale e politico, e ciò non soltanto a causa del conferimento di sempre maggiori competenze al livello sovranazionale di governo che hanno prevalentemente inciso sulle loro attribuzioni costituzionali, ma anche perché gli affari comunitari sono stati per lungo tempo ricondotti nell’alveo della politica estera di cui i Governi centrali detengono le redini e gli Stati sovrani la responsabilità. In altri termini, il processo d’integrazione europea ha certamente contribuito, nel suo momento iniziale, ad un generale ridimensionamento delle prerogative costituzionali delle entità sub-statali che si è misurato tanto riguardo la perdita di ambiti competenziali, la cui gestione veniva allocata al livello comunitario, quanto rispetto a una impostazione che riconduceva la complessità della dinamica (ascendente e discendente) del rapporto con le istituzioni europee all’interno del paradigma nazionale... (segue)
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