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NUMERO 14 - 10/07/2013

 La recente giurisprudenza della Corte costituzionale in materia di eccesso di delega

L’attualità di una riflessione sulle recenti decisioni della Corte costituzionale in materia di eccesso di delega è suggerita dalla diffusa sensazione che nuove, significative tendenze siano affiorate nella giurisprudenza; di esse, la sentenza 272/2012 esibisce i più tangibili lineamenti. La declaratoria d’incostituzionalità che ha colpito l’art. 5 del decreto legislativo n. 28 del 2010, nella parte in cui prevede come obbligatorio il previo esperimento della mediazione, non è che l’ultima pronuncia di un filone giurisprudenziale, inaugurato fra qualche incertezza alla metà degli anni ’90 e ripreso con rinnovato vigore nell’ultimo quinquennio, orientato in senso meno indulgentemente “comprensivo” nei riguardi della normazione primaria del Governo. Benché lo sforzo della Corte sia stato proteso soprattutto ad arginare le distorcenti prassi in fatto di decretazione d’urgenza, non può negarsi che sotto traccia (almeno fino alla sentenza 272/2012 poc’anzi evocata) il giudice delle leggi abbia stretto le maglie anche dello scrutinio sulla legislazione delegata. Un sintomo di questa tendenza si coglie nelle statuizioni, di carattere generale e forse addirittura programmatico, contenute nella nota sentenza 171/2007: nella circostanza la Corte, dopo aver rilevato che l'assetto delle fonti normative è uno dei principali elementi che caratterizza la forma di governo, e pur riconoscendo che nella disciplina costituzionale delle stesse viene in primo piano anzi tutto il rapporto tra gli organi, ha comunque precisato che «la suddetta disciplina è anche funzionale alla tutela dei diritti e caratterizza la configurazione del sistema costituzionale nel suo complesso»... (segue)



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