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FOCUS - La nascita dei governi

 Il governo Ciampi: un esecutivo di transizione

Nel suo rapporto di fine mandato, trasmesso in diretta televisiva il giorno 21 aprile 1993, il Presidente del Consiglio Giuliano Amato non parla a braccio, legge le dodici pagine scritte senza fermarsi, utilizza parole frutto di una riflessione consapevole ed, ormai, disincantata. “Il voto referendario - sostiene Amato - rende definitiva ed irreversibile, caricandola di significati chiari e concreti, una fase profondamente nuova che aveva preso a manifestarsi da diverso tempo, di sicuro dal 9 giugno di due anni fa”; l’Italia desidera “un autentico cambiamento di regime”, “si vogliono partiti diversi” e, concludendo, “occorre un segno di chiara discontinuità”. Transizione, cambiamento, svolta, rinnovamento, discontinuità: sono queste le parole che maggiormente ricorrono per caratterizzare il contesto storico-politico nel quale vede la luce il cinquantesimo governo della storia repubblicana, il primo, dal 1848, ad essere guidato da un non parlamentare. E Carlo Azeglio Ciampi pare a molti “l’uomo migliore, più indipendente e più competente che il Paese potesse esprimere” in una fase così complessa. Prima di analizzare l’iter che ha condotto il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro a conferire l’incarico al Governatore della Banca d’Italia, sembra opportuno dar conto di quell’emergenza politica, “istituzionale” ed economica, nel quadro dell’avvio dei tratti salienti del fenomeno di integrazione europea, in anni di transizione... (segue)



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