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NUMERO 15 - 24/07/2013

 Il soliloquio del giudice a Babele ovvero il tentativo della Cassazione di equiparare il regime costituzionale di famiglia, convivenze more uxorio e unioni omosessuali

L’illustre Autore al quale è dedicato questo lavoro non ha mancato di mettere in luce “il tramonto dell’idea che la tutela dei diritti fondamentali rientri tra gli interessi esclusivi degli Stati (e debba trovare, quindi, la propria esclusiva sedes materiae nelle Costituzioni di cui questi si dotano)”, sottolineando la portata epocale di tale processo per “il futuro stesso dello Stato”. In questo concorso tra più normative – infra-statali, statali, sovranazionali, “convenzionali”, internazionali – si determina ovviamente una situazione molto complessa, per la quale è stata richiamata in maniera icastica l’immagine di Babele.La torre di quest’ultima campeggia anche nella copertina di un volume di D’Atena dedicato al costituzionalismo multilivello, con la precisazione che tale immagine è stata scelta, “oltre che per ragioni estetiche…, per evocare un’architettura particolarmente complessa (trasparente metafora del costituzionalismo multilivello)” e non “per lanciare un messaggio di pessimismo sugli esiti delle dinamiche istituzionali” da quest’ultimo attivate. In un’architettura così articolata si accresce il ruolo del giudice, chiamato non solo a garantire “l’unità giuridica interna di ciascun ordinamento, ma, contemporaneamente”, ad assicurare “il collegamento tra... (segue)



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