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NUMERO 20 - 09/10/2013

 Atti politici e intese tra lo Stato e le confessioni religiose non cattoliche: brevi note a Corte di Cassazione, sez. unite civ., sentenza 28 giugno 2013, n. 16305

+ Corte di Cassazione, sezioni unite civili, sentenza 28 giugno 2013, n. 16305

La sentenza delle Sezioni unite civili della Corte di cassazione 28 giugno 2013, n. 16305, che qui brevemente si annota, ha chiarito, confermando la pronuncia del Consiglio di Stato sul punto, che la decisione del Governo di non ammettere alle trattative per la ricerca dell’intesa ai sensi dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione un’associazione che rivendicando la propria natura di confessione religiosa vi aspiri (nella fattispecie l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti: UAAR) non costituisce atto politico e non è quindi immune dal sindacato giurisdizionale. Pertanto, il Governo può bensì rifiutarsi di aprire il confronto per la ricerca dell’intesa con un’associazione che giudichi priva della natura di confessione religiosa, ma deve motivare tale giudizio (costituente tutt’al più esercizio di discrezionalità tecnica) e l’atto relativo è senz’altro sindacabile dal giudice amministrativo. Il giudicato – sia detto per sgomberare il campo da equivoci – non concerne il punto se l’UAAR sia oppure non sia assimilabile a una confessione religiosa (la Cassazione, come già il Consiglio di Stato, non prende in alcun modo posizione al riguardo e la questione è rimessa al giudice di primo grado), bensì il punto se il Governo possa negare l’avvio della trattativa per la ricerca dell’intesa a un’associazione richiedente (quale che sia) senza dover motivare il diniego, ai fini del sindacato giurisdizionale, fermo restando che, se l’associazione non è una confessione religiosa, il Governo non solo potrà, ma dovrà respingere la richiesta... (segue)



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