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NUMERO 24 - 04/12/2013

 Il sistema delle liste bloccate. Riflessioni tra retorica democratica, divieto di mandato imperativo e ruolo dei partiti politici.

La recente ordinanza n. 12060 del 2013, con la quale la prima sezione civile della Corte di Cassazione ha sollevato diverse questioni di legittimità costituzionale relative alle leggi elettorali di Camera dei deputati e Senato della Repubblica, rappresenta l’occasione per approfondire alcuni aspetti critici della disciplina vigente, che potrebbero costituire oggetto d’interventi di modifica da parte del Parlamento. Tale ordinanza irrompe, piuttosto inattesa, nell’ambito del dibattito sull’opportunità o, secondo taluni, sulla necessità di apportare alcune rilevanti modifiche alla legge elettorale ormai vigente dal 2005. L’esito negativo del giudizio di ammissibilità dei due quesiti referendari che miravano all’integrale abrogazione della legge n. 270 del 2005, e alla “reviviscenza” della disciplina elettorale previgente, ha riattivato la sede parlamentare, con il compito di provvedere alle eventuali modifiche. I deboli tentativi di intervenire promossi nella precedente legislatura non hanno, com’è noto, avuto esito. Oggi – nell’ambito del percorso per la revisione della forma di governo (e, forse, della stessa forma di Stato) promosso dall’attuale Esecutivo mediante la presentazione al Senato il 10 giugno scorso del disegno di legge n. 813, e all’esito del lavoro svolto dalla Commissione per le riforme costituzionali – proprio il tema della riforma elettorale presenta un aspetto di particolare urgenza, anche in ragione dell’ormai imminente pronuncia della Corte costituzionale sui possibili profili d’incostituzionalità... (segue)



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