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di Vincenzo Ambriola
Valutazione della formazione universitaria
Nel 2013 è iniziato il processo di valutazione della formazione universitaria. Gli atenei italiani hanno reagito prontamente a questo evento attivando rapidamente un sistema per l’assicurazione della qualità preposto alla gestione del processo di valutazione. Nonostante le difficoltà oggettive incontrate in questo primo anno, questo processo sta andando avanti e si avvia a diventare parte integrante della gestione dei corsi di studio. Nel 2012 era stato attivato anche il processo di valutazione della ricerca, che ha portato alla pubblicazione dei risultati della Valutazione della qualità della ricerca (VQR) 2004−2010. Questo articolo si limita ad approfondire gli aspetti relativi alla valutazione della didattica. Il quadro normativo che governa la valutazione della didattica è molto ampio e variegato e comprende sia provvedimenti legislativi che regolamenti attuativi, ma anche circolari e comunicazioni pubblicate sui siti istituzionali. La ricostruzione del quadro normativo e regolamentare è fondamentale per comprendere la portata di questa iniziativa. Il processo di valutazione della formazione ha un forte impatto sull’assetto tecnologico degli atenei, in quanto la raccolta e l’elaborazione delle informazioni e dei dati richiesti prevede l’uso estensivo di strumenti informatici. L’analisi delle pratiche correnti può portare a un modello generale di riferimento utile a rispondere adeguatamente alle esigenze del sistema di assicurazione della qualità ma anche a un effettivo miglioramento della formazione. Una parte fondamentale della valutazione si basa sull’analisi di indicatori statistici sulle carriere degli studenti e sulla loro valutazione della didattica, mediante questionari. Un approccio comune a questa attività di analisi, a livello di singolo ateneo e a livello nazionale renderebbe possibile il confronto tra realtà omogenee. Infine, la messa a punto e il mantenimento di un sistema di assicurazione della qualità ha un costo non trascurabile, in termini di risorse umane e di strumenti. Gli atenei sono pronti ad accollarsi questo ulteriore onere solo se i vantaggi che ne derivano saranno superiori ai costi aggiuntivi. Se, invece, i vantaggi non saranno reali o, ancora peggio, non saranno percepiti come tali, l’esperienza della valutazione sarà vissuta come vessatoria e inutile... (segue)
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