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NUMERO 18 - 01/10/2014

 Dalla Comunità economica euroasiatica all'Unione economica euroasiatica.

In seguito alla formazione della Comunità di Stati indipendenti diversi sono stati i tentativi che, soprattutto su sollecitazione della Federazione di Russia e del Kazachstan,  sono stati effettuati allo scopo di ristabilire dei legami economici tra le  Repubbliche post-sovietiche in ambito Csi. Tali sforzi hanno condotto alla conclusione di un primo  “Trattato sulla creazione di un’Unione economica” (Dogovor o sozdanii Ekonomičeskogo sojuza) che venne firmato dalle Repubbliche di Azerbaigian, Armenia, Bielorussia, Kazachstan, Kyrgyzstan, Moldova, Russia, Tagikistan e Uzbekistan il 24 settembre 1993 e qualche mese dopo, il 24 dicembre 1993, dalla Repubblica del Turkmenistan. L’Ucraina al momento della firma del trattato aveva invece dichiarato di essere intenzionata ad assumere lo status di membro associato previsto dall’art. 30 dello stesso. Il trattato del 1993 individuava le fasi fondamentali per la formazione di un’unione economica attraverso la creazione iniziale di un’associazione interstatale di libero scambio che doveva essere seguita dalla formazione di un’unione doganale, di un mercato comune delle merci, dei servizi, dei capitali, dei lavoratori e di un’unione monetaria  per la cui  realizzazione si sarebbero dovuti concludere ulteriori accordi ad hoc (art. 4 del trattato). Per lo sviluppo delle diverse fasi propedeutiche alla creazione dell’Unione economica  in tale trattato tuttavia non si prevedeva l’introduzione di nuovi organi accanto a quelli preesistenti della Csi  ma successivamente le parti contraenti decisero  di istituire il  ‟Comitato economico interstatale dell’Unione economica” che, subordinato al Consiglio dei  capi di  Stato e al  Consiglio dei capi di governo della stessa Csi, avrebbe dovuto «garantire la formazione e l’attività effettiva dell’Unione economica e [più in generale] lo sviluppo razionale dei processi di integrazione nell’ambito della Comunità di Stati indipendenti». Al fine di svolgere tali funzioni all’interno dello stesso Comitato economico interstatale veniva invece prevista la formazione di un Presidium che, composto  dai vice dei capi di governo, si doveva riunire almeno ogni tre mesi e  di  un Collegio che, composto da rappresentanti delle parti contraenti,  operava come organo permanente.  Tali organi potevano  emanare delle decisioni che, a seconda delle questioni trattate,  potevano essere adottate: a) tramite consensus, b) a maggioranza qualificata, c) a maggioranza qualificata ponderata in base al potenziale economico dei singoli Stati, oppure ancora d) a maggioranza semplice. Il Consiglio dei capi di Stato, il Consiglio dei capi di governo della  Csi e il Comitato economico interstatale svolsero sin dall’inizio un’intensa attività regolamentare diretta a favorire l’integrazione economica nell’ambito della Csi  tuttavia gli  atti adottati  spesso non vennero implementati a livello statale tanto che la Russia decise di intraprendere la strada degli accordi bilaterali per realizzare concretamente le singole fasi che avrebbero dovuto portare alla creazione  dell’Unione economica... (segue)



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