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NUMERO 5 - 11/03/2015

 Grecia - L’Elezione del Presidente come garanzia di stabilità

Dopo la vittoria ottenuta alle elezioni politiche da Syriza, a cui ha fatto seguito la formazione del governo guidato da Alexis Tsipras , la Grecia trova ulteriore stabilità politico-istituzionale grazie all’elezione del Presidente della Repubblica. Infatti, lo scorso 18 febbraio, si è tenuta la quarta votazione per l’elezione del Presidente, dopo che i primi tre turni non avevano avuto esito positivo, causando, come noto, la caduta del governo condotto da Antonis Samaras e l’indizione delle citate elezioni politiche.Tsipras è riuscito nell’intento di indirizzare la maggiori forze politiche parlamentari verso Prokopis Pavlopoulos , esponente di spicco del partito “Nuova Democrazia”; Pavlopoulos ha ricevuto così la preferenza dei deputati di Syriza, di Nuova Democrazia e del partito “Greci Indipendenti” (ANEL), raggiungendo 233 voti favorevoli su 300. Invece Nikon Alivizatos, il candidato supportato dal Movimento Socialista Panellenico (PASOK) e da “Il Fiume”, ha ottenuto 30 preferenze, mentre hanno scelto l’astensione i deputati del partito della destra radicale “Alba Dorata” e del Partito Comunista. La scelta operata da Tsipras è stata dettata dalla chiara volontà di evitare un nuovo stallo politico-istituzionale che avrebbe potuto portare a nuove elezioni politiche, ma anche dalla necessità di mostrare distensione verso il principale partito di opposizione. Infatti, nonostante alcuni malumori dei parlamentari di Syriza, il neo primo ministro aveva affermato, prima del voto, che c’era il «bisogno di un nome che potesse essere accettato dalla maggioranza del parlamento»; il pragmatismo di Tsipras va quindi letto anche alla luce della tenuta della coalizione di governo, in quanto i parlamentari di ANEL avrebbero sostenuto unicamente un candidato conservatore.L’elezione del Presidente della Repubblica è avvenuta a pochi giorni dalla presentazione delle riforme da attuare in garanzia dell’estensione del programma di aiuti finanziari alla Grecia per ulteriori quattro mesi; le misure presentate dal governo greco, formalmente accettate dai ministri dell’eurozona , hanno causato tuttavia rilevanti dissidi interni a Syriza in vista della relativa votazione in Parlamento, come dimostra la reazione del ministro della Produzione, Ricostruzione, Ambiente ed Energia, Panayotis Lafazanis, il quale ha sostenuto come non vi sia stata una reale rottura con la linea tenuta dal precedente governo. L’elezione del Presidente della Repubblica è sicuramente stato un modo per compattare la maggioranza, mentre le vicissitudini relative all’estensione dei prestiti non possono definirsi esaurite, in quanto si profila un’ulteriore tranche di aiuti finanziari; a fronte di ciò Tsipras dovrà tener conto di nuovi possibili dissidi interni, strettamente legati all’attuazione del programma elettorale.



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