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NUMERO 21 - 11/11/2015

 L'analisi di impatto della corruzione (AIC): un nuovo strumento per i regolatori?

La discussione sulla definizione è stata a lungo una delle caratteristiche dello studio della corruzione. La dottrina, nel corso degli anni, ha cercato di fornire una definizione universale, tuttavia si è scontrata con il fatto che tale fenomeno, come quelli di altre scienze sociali, è volatile ed è soggetto a connotazioni storiche, sociali e culturali; da cui deriva anche il problema della sua misurazione. A fronte di ciò, sono state fornite diverse concettualizzazioni della corruzione, ci cui si propone una rapida analisi. Come è noto, la corruzione può essere ricondotta all’abuso del ruolo pubblico per il guadagno privato. A partire da tale accezione discende il primo gruppo di definizioni elaborato dagli studiosi – centrato sull’ “ufficio pubblico” – secondo cui la corruzione è un «comportamento che devia dai doveri formali di coloro che occupano un ruolo pubblico (elettivo o nominato) per motivi privati (famigliari, di clan o di amicizia) al fine di ottenere vantaggi personali o di status, oppure che viola le regole stabilite per impedire indebite forme di influenza privata»... (segue)



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