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NUMERO 2 - 27/01/2016

 Laudatio di benvenuto ai Giudici costituzionali Prof.ri F. Modugno, A. Barbera e G. Prosperetti

Quella di oggi è una giornata molto significativa per le nostre Istituzioni repubblicane, perché la Corte torna finalmente, dopo molti mesi e non poco travaglio, nella sua integrale composizione plenaria. A tale proposito, mi consenta – Presidente – di rendere un particolare omaggio al Parlamento in seduta comune e alle forze politiche che lo compongono, le quali – pur con grande difficoltà, ma forse con una sorta di “felix culpa” – hanno saputo coagulare un largo consenso attorno a tre figure di così alto profilo scientifico, culturale e istituzionale, confermando ancora una volta le ragioni e la lungimiranza di chi volle che per l’elezione parlamentare dei giudici costituzionali fossero necessarie maggioranze particolarmente ampie e tali da imporre lo sganciamento dell’investitura da matrici meramente politiche o ancor peggio “partitiche” e, al tempo stesso, l’individuazione di personalità di altissima qualificazione, come tali capaci di interpretare la Costituzione come autentica “casa di tutti”, come pactum societatis chiamato ad “includere” anziché ad “escludere”, perché in esso si esprimono (e devono sempre potersi esprimere) gli elementi identitari comuni (civili, politici, sociali e culturali) in cui si riconosce una determinata collettività in un dato momento storico. Confesso che è impresa davvero impossibile pretendere in qualche minuto di “presentare” o anche solo di ripercorrere nella sua interezza il profilo curriculare dei tre nuovi Giudici costituzionali, tutti illustrissimi accademici e – nei rispettivi campi di ricerca, di studio e d’insegnamento – da decenni riconosciuti maestri di scienza e di esperienza giuridica. Dovendo necessariamente operare una poco lusinghiera selezione, mi limito dunque a “cogliere fior da fiore” – per così dire – alcuni degli elementi che a mio personale giudizio appaiono tra i più qualificanti. Il prof. Franco Modugno ha avuto, innanzitutto, tra i suoi maestri, Vezio Crisafulli e Carlo Esposito (per il diritto costituzionale), Emilio Betti, Angelo Ermanno Cammarata e Ugo Spirito (per la filosofia del diritto)... (segue)



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