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Il 1° febbraio 2016 ha avuto inizio la fase delle primarie presidenziali, ovvero la cosiddetta fase intra-partitica del più ampio processo di elezione del Presidente degli Stati Uniti, nella quale l’elettorato è chiamato a votare per i candidati di partito in vista delle elezioni generali dell’8 Novembre. La fase delle primarie costituisce una tappa fondamentale dell’elezione del Presidente, poiché contribuisce a democratizzare il processo di nomina, stabilendo un rapporto più diretto tra questi ultimi e gli elettori. La pratica delle primarie presidenziali risale agli anni venti del Novecento, sebbene inizialmente queste fossero organizzate solo in pochi Stati – nei primi anni del Novecento si era invece già diffusa la pratica delle elezioni primarie per la selezione dei candidati alle cariche di livello statale o locale. A partire dalla metà degli anni ’70 si assiste invece ad una progressiva diffusione del metodo delle primarie per le elezioni presidenziali lungo tutto il territorio nazionale. Le elezioni del 1968 segnarono infatti una cesura tra la cosiddetta fase della New Deal Coalition, che aveva caratterizzato la vita politica statunitense nei precedenti trentasei anni, con il dominio del Partito Democratico, e l’inizio di un lungo periodo di egemonia repubblicana – i repubblicani sono riusciti infatti a vincere sette competizioni presidenziali su dieci tra il 1968 ed il 2004. La fase di realignment spinse in qualche modo dapprima i democratici e poi i repubblicani a stabilire nuove regole per la selezione dei rispettivi candidati presidenziali. Negli anni ’70 i due maggiori partiti statunitensi cominciarono a delineare quella che è l’attuale struttura organizzativa della fase delle primarie, stabilendo regole e criteri di selezione piuttosto differenti tra loro ma pur sempre convergenti verso una maggiore democratizzazione del sistema di selezione dei candidati presidenziali. Va messo in rilievo come di fatto siano tuttora i partiti a livello statale a definire il metodo di selezione e i criteri di accesso alla rispettiva primaria ed in alcuni casi sono i leader di partito a livello locale a stabilire se organizzare o meno un’elezione primaria nel proprio Stato. Pertanto, l’intera fase delle primarie si gioca anche su un delicato equilibrio tra forze di partito a livello statale e apparati di livello nazionale, sebbene in sede di convention nazionale la logica federale tenda naturalmente a prevalere... (segue)
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