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NUMERO 11 - 01/06/2016

 Nuova disciplina del c.d. 'domicilio digitale'

Il tema inerente all'informatizzazione della Pubblica amministrazione, pur continuando a essere di grande attualità, è tutt'altro che un tema nuovo. Già nel lontano 1979 nel famoso Rapporto Giannini si dedicava, infatti, un intero paragrafo all'«attività di informatica» delle pubbliche amministrazioni. E anche i primi interventi legislativi in materia sono risalenti nel tempo. Basti pensare che nel 1993, con il D.Lgs. n. 39, si era già stabilito che «gli atti amministrativi adottati da tutte le pubbliche amministrazioni sono di norma predisposti tramite i sistemi informativi automatizzati». Si è dovuto attendere, però, il 2005 per avere, in subiecta materia, una compiuta disciplina normativa. Nel 2005, infatti, da un lato, si è introdotto nella legge n. 241/1990 l'art. 3-bis che, come è noto, stabilisce in modo programmatico che «per conseguire maggiore efficienza nella loro attività, le amministrazioni pubbliche incentivano l'uso della telematica, nei rapporti interni, tra le diverse pubbliche amministrazioni e tra queste e i privati». Dall'altro, sempre in tale anno, con il D.Lgs. n. 82 si è varato un corpus unitario di norme, meglio noto come Codice dell'amministrazione digitale (CAD), che mira a disciplinare sotto diversi profili l'utilizzo degli strumenti di information communication technology da parte dell'Amministrazione e nei rapporti tra quest'ultima e i privati (ICT). Tale Codice, che dal 2005 ad oggi ha complessivamente subito addirittura centonovantaquattro tra modifiche ed integrazioni (e cioè, in media, più di un intervento al mese), verrà ora in gran parte riscritto in attuazione della delega legislativa che è emblematicamente contenuta nell'articolo introduttivo della legge n. 124/2015. Il quale, ambiziosamente rubricato «Carta della cittadinanza digitale», delega il Governo, ça va sans dire, «con invarianza delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente», a «modificare e integrare, anche disponendone la delegificazione», le previsioni del citato D.Lgs. n. 82/2005, fissando a tal riguardo ben sedici criteri direttivi. Di detti criteri direttivi, che il Governo è chiamato ad attuare entro l'agosto 2016, in questa sede meritano di essere menzionati... (segue) 



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