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FOCUS - Osservatorio Città Metropolitane N. 1 - 28/09/2016

 L'ancora lento avvio della Città metropolitana di Roma Capitale

La Città metropolitana di Roma Capitale, pochi mesi dopo la sua istituzione, è stata interessata dalla fine anticipata del mandato del Sindaco del capoluogo Ignazio Marino che ha così cessato di svolgere anche il ruolo di guida dell’amministrazione metropolitana. Più precisamente il 12 ottobre 2015 il Sindaco di Roma, eletto nel 2013, ha rassegnato le proprie dimissioni che ha ritirato il 29 ottobre ma il giorno successivo si è assistito alle dimissioni contestuali della maggioranza assoluta dei consiglieri capitolini che hanno comunque provocato lo scioglimento dell’Assemblea capitolina, la decadenza del Sindaco e della Giunta; tutto ciò, però, con un “doppio” effetto istituzionale sia per il Capoluogo che per la Città metropolitana: il Prefetto Tronca - quale commissario di Roma Capitale nominato con il D.P.R. del 3 novembre 2015 – ha assunto i poteri del Sindaco, della Giunta e dell’Assemblea capitolina, mentre per la Città metropolitana ha assunto la guida dell’ente il vice-Sindaco metropolitano (Sindaco di Monterotondo) Mauro Alessandri (nominato suo vice da Marino nel febbraio 2015). Dimissioni con “doppio” e non “triplo” effetto perché per quanto riguarda i Municipi (i 15 enti di decentramento interno del Comune), sulla base del parere del Segretario generale del Comune reso anche alla luce dei precedenti, l’interruzione del mandato del Sindaco non ha comportato lo scioglimento degli organi, anche se – secondo alcuni - l’art. 27, comma quarto, dello Statuto di Roma Capitale, sulla base del d. lgs. n. 267 del 2000 (TUEL), avrebbe potuto far propendere la scelta per il loro contestuale scioglimento. In questa occasione, dunque, la fine anticipata della consigliatura di Roma Capitale non ha travolto né gli eletti nei Municipi né tutti gli organi di governo della Città metropolitana. Nel primo caso, Presidenti, Giunte e Consigli dei Municipi sono rimasti in carica fino alla proclamazione dei nuovi eletti (con l’eccezione del Municipio X Ostia che è stato commissariato ex artt. 143 e 146 del TUEL e per il quale conseguentemente non si sono tenute le elezioni nel 2016); nel secondo caso, invece, nel novembre del 2015 il Consiglio metropolitano ha con proprio atto surrogato i Consiglieri metropolitani “romani” decaduti con i “primi dei non eletti” delle rispettive liste, escludendo quindi il Capoluogo dal Consiglio e ammettendo comunque nell’organo anche “eletti-non eletti” ossia candidati che non avevano ricevuto alcun voto ma comunque presenti in lista... (segue)



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