Sin dall’istituzione, a Roma il 25 marzo 1957, della Comunità Economica Europea, la Politica Agricola Comunitaria – c.d. P.A.C.: art 38-47 del Trattato CEE - costituisce uno dei pilastri per il raggiungimento dell’obiettivo di “promuovere… uno sviluppo armonioso delle attività economiche nell'insieme della Comunità, un'espansione continua ed equilibrata, una stabilità accresciuta, un miglioramento sempre più rapido del tenore di vita e più strette relazioni fra gli Stati che ad essa partecipano"( art. 2 trattato CEE).
In Italia, lo strumento di attuazione di tale politica è stata inizialmente l’AIMA- Azienda per gli interventi sul mercato agricolo - istituita quale azienda autonoma con l. n. 303/1966, poi soppressa e sostituita da AGEA- Agenzia per le erogazioniin agricoltura- istituita con l. 165/1999.
Nel corso di 50 anni la Politica Agricola Comunitaria, e con essa il sistema italiano di pagamento dei relativi contributi, riflettono lo sviluppo economico e sociale della regione europea: dalla necessità di superare le residue povertà del periodo post bellico all’eccesso di produzione, dall’ esigenze di salvaguardia dell’ambiente e della sicurezza degli alimenti al sostegno selettivo e semplificato alla crescita, innovazione ed occupazione, con uno stanziamento di fondi che da sempre costituiscono una voce cospicua del Bilancio Europeo, con la soglia record di circa il 70% raggiunta negli anni settanta (dati tratti dal sito dell’U.E.).
Il Regolamento n. 1307/2013 del Parlamento Europeo e del Consigliodell’Unione Europea, la quale nel frattempo, dal 1.12.2009, ha assorbito le Comunità Europee, delinea la PAC per il settennio 2014/2020 con 41,5 miliardi di euro di fondi europei destinati all’Italia, la quale, da parte sua, ha previsto uno stanziamento di ulteriori 10,5 miliardi di euro (dati tratti dal sito del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali): una profluvie di denaro pubblico che l’esperienza applicativa ha spesso mostrato essere occasione non di equo sviluppo ed integrazione europea ma di ingiustificati arricchimenti individuali, talvolta esito finale di illecite ‘filiere’ a cavallo tra economia privata e pubblica amministrazione .
Questa raccolta ragionata di massime di sentenze della II sezione civile del Tribunale di Roma, per ragioni di competenza territoriale uno dei più prolifici in questa materia, confrontate con quelle della Corte di Appello e della Corte di cassazione -fortemente voluta dalla Presidente dott.ssa Maria Rosaria Covelli e realizzata con la collaborazione generosa e straordinariamente attenta della tirocinante dott.ssa Valentina di Marcantonio - offre una bussola di orientamento nella selvaostica della normativa comunitaria e di quella nazionale e regionale di dettaglio relative alla PAC, riconducendone a sistema le implicazioni applicative, secondo l’ordine logico della sentenza civile ex art. 276 c.p.c.: in questa prospettiva e secondo questo criterio, particolare cura è stata posta nella redazione dell’indice, al fine di rendere quanto più agevole possibile l’individuazione delle questioni d’interesse, della loro rilevanza sistematica e dell’eventuale diversità di approcci interpretativi, segnalata anche in nota con evidenziazione dei casi di specie decisi, ove ritenuta utile ad una corretta rappresentazione dell’orientamento assunto dalla sezione.
Si offre a chi lo consulterà uno strumento che si spera possa essere, come per chi l’ha redatto, occasione di crescente consapevolezza professionale e civile, per la quale davvero autentico e sentito è il ringraziamento che si esprime, oltre che alla Presidente dott.ssa Maria Rosaria Covelli, che ne ha assunto l’iniziativa, e alla dott.ssa Valentina di Marcantonio, per la preziosa collaborazione che ne ha consentito la concreta realizzazione, altresì ai colleghi, per i confronti oggetto delle lunghe riunioni di sezione, e alla cancelleria per l’insostituibile apporto logistico.
Carmen Bifano
Giudice presso il Tribunale di Roma - Seconda Sezione Civile
con la collaborazione della Tirocinante Dott.ssa Valentina Di Marcantonio
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