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NUMERO 20 - 19/10/2016

 Il Coordinamento e l'integrazione come driver della politica dei trasporti dell'Unione europea

Gran parte delle politiche delle istituzioni europee, compresa quella relativa ai trasporti, ha come obiettivo principale l’integrazione. Tale obiettivo caratterizza non solo la governance dell’Unione europea, che mira a realizzare i migliori risultati su tutto il territorio e per tutti i cittadini europei attraverso l’armonizzazione delle politiche, ma la stessa essenza dell’organizzazione. L’Unione europea, come organizzazione di integrazione, ha un sistema istituzionale e giuridico completo e funzionale al perseguimento dei propri fini, volto ad integrare in modo pieno il territorio ed il tessuto sociale dei propri stati membri. In ciò si distingue dalle mere organizzazioni internazionali di cooperazione, le quali svolgono un ruolo attivo nel perseguimento di determinate funzioni, ma non assumono una completezza ed indipendenza istituzionale e giuridica tale da realizzare in modo soddisfacente e pieno i propri obiettivi. Per il perseguimento delle finalità delle organizzazioni di cooperazione è essenziale non solo il coinvolgimento e la collaborazione attiva dei governi degli stati membri, ma anche l’instaurazione degli strumenti giuridici previsti dagli ordinamenti nazionali. Come per le altre politiche dell’Unione europea, l’integrazione del mercato dei trasporti si traduce, nel testo del trattato istitutivo, nella realizzazione di una politica comune del settore, disciplinata nella Parte terza del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), Titolo VI, artt. 90-100, e già prevista nel trattato della comunità economica europea del 1957.  L’ambizione è quella di realizzare uno spazio unico europeo dei trasporti. Per raggiungere tale obiettivo è, tuttavia, fondamentale creare le maglie mancanti nella rete di trasporto e rimuovere i numerosi ostacoli tecnici ed amministrativi che rendono difficoltoso il traffico scorrevole e gli scambi commerciali. Occorre, inoltre, eliminare le profonde differenze sussistenti tra le politiche nazionali in materia di trasporto, e rimuovere le barriere di accesso al mercato per i numerosi operatori idonei. Il perseguimento dell’integrazione nel mercato dei trasporti dell’Unione europea ha sempre trovato un percorso ricco di ostacoli. Il trattato non tracciava il contenuto della politica comune dei trasporti, che doveva essere concordata tra gli stati membri. La politica europea dei trasporti è stata da sempre caratterizzata da una disciplina nazionale nettamente prevalente sulla normativa delle istituzioni dell’Unione, nonché estremamente differenziata nei vari stati. L’assenza di armonizzazione della disciplina di diritto interno riflette gli interessi egoistici degli stati, che hanno costantemente favorito l’economia nazionale a scapito della concorrenza e dell’unitarietà degli obiettivi europei, generando in tal modo notevoli differenze tra i sistemi normativi e di trasporto nei singoli paesi... (segue)



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