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FOCUS - Numero speciale 26/2016

 L'Unione europea di fronte alla crisi. L'impatto sulla disciplina fiscale e sull'assetto istituzionale

L’assetto istituzionale europeo è stato significativamente influenzato dalla crisi finanziaria ed economica conclamatasi nel 2008 per diversi ordini di ragioni. In primo luogo, l’Unione europea non disponendo di mezzi adeguati ad affrontare una crisi sistemica di tali dimensioni è dovuta ricorrere alla creazione di strumenti e procedure le cui implicazioni si sono riverberate sia sul piano del sistema delle fonti, sia sul piano degli equilibri istituzionali dell’Unione europea. Emblematico in tal senso è la riforma della governance economica, avvenuta in una prima fase attraverso la normativa secondaria e successivamente anche mediante fonti primarie internazionali quali il Trattato sulla stabilità coordinamento e governance dell’Unione economica e monetaria (Tscg) ed il Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). I suddetti accordi intergovernativi hanno evidenziato non solo l’esigenza di introdurre strumenti e procedure idonei a fronteggiare la crisi, ma anche un orientamento verso una maggiore austerità nella conduzione della finanza pubblica che persiste ancor oggi nonostante i riscontrati effetti peggiorativi sulle economie nazionali. In secondo luogo, la crisi finanziaria ed economica ha posto in luce, accanto alle problematiche relative al governo dell’economia, altre problematiche relative alla governabilità dell’Unione. In questo contesto è maturato un diverso equilibrio tra le istituzioni europee e nei rapporti con gli Stati. Si è venuto a configurare un rafforzamento del potere esecutivo inteso non tanto in riferimento alla Commissione europea, ma in senso lato e frammentato, comprensivo del Consiglio e del Consiglio europeo i cui poteri “decisori” vanno oltre i suoi poteri di indirizzo ed impulso.  Allo stesso tempo è stato possibile rilevare un indebolimento del Parlamento europeo, sebbene sia inconfutabile che le disposizioni del Trattato di Lisbona abbiano significativamente rafforzato il suo ruolo. Si tratta di mutamenti che confermano la preminenza del metodo intergovernativo e che vanno osservati in un contesto più ampio nel quale anche altre istituzioni quali la Corte di giustizia e la Banca centrale europea (Bce) hanno giocato un ruolo determinante nell’evoluzione del complessivo assetto istituzionale. In particolare, la Corte di giustizia ha rafforzato il suo ruolo in ragione dell’esigenza di offrire, ai giudici nazionali in primis, chiavi di lettura per il bilanciamento del primario interesse finanziario dell’Unione, da un lato, con i diritti dei cittadini europei, dall’altro. In questa prospettiva, la Corte ha assunto più decisamente la connotazione di una Corte suprema in un sistema giurisdizionale integrato di tipo federale. D’altra parte la Bce ha consolidato il suo ruolo, sia per l’assenza di una politica economica adeguata, sia per la necessità di intervenire tempestivamente a tutela della stabilità dell’Unione, giungendo a condizionare le politiche nazionali e gli orientamenti europei. Su questi aspetti si concentrerà la riflessione al fine di comprendere se sussistano e quali possano essere i percorsi per una ripresa del processo di integrazione... (segue)



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