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FOCUS - Numero speciale 26/2016

 I 'deficit strutturali' del giudice costituzionale nelle decisioni sulla crisi. Considerazioni svolte su alcuni casi in materia pensionistica tratti dalla giurisprudenza italiana e portoghese.

Questo lavoro ha ad oggetto alcune decisioni di carattere giurisdizionale rese sulla materia pensionistica e previdenziale. Questa giurisprudenza, però, rappresenta un caso di studio, un banco di prova per tentare di dimostrare una tesi che ha carattere più generale, e che riguarda l’intervento dei giudici su questioni concernenti i diritti sociali, le quali hanno forti implicazioni in termini di allocazione delle risorse.  Si tratta, com’è noto, di un tema che ha sempre attirato l’attenzione e che assume una particolare importanza in fasi storiche caratterizzate da grandi crisi economiche. La domanda di ricerca è la seguente: quale deve essere il ruolo del giudice? L’esistenza di un catalogo costituzionale di diritti sociali e di giudici (specialmente costituzionali) deputati alla loro garanzia non sono sufficienti per proteggere i diritti sociali. Essi, infatti, non devono soltanto essere garantiti in via giurisdizionale, ma devono (prima di tutto) essere attuati dal legislatore. Il legislatore svolge un ruolo insostituibile per l’effettività dei diritti sociali. Il giudice dovrebbe sempre tenere conto di ciò, adottando la necessaria cautela nel sindacare le scelte del legislatore. Sono frequenti in letteratura argomenti che, sulla base di queste considerazioni di fondo, tendono a enfatizzare i deficit strutturali del giudice in relazione ai diritti sociali e, di conseguenza, sono volti a contrastare la giurisdizionalizzazione degli stessi, o quantomeno, auspicano un self-restraint giudiziale. In questa sede, si vorrebbe mostrare come il riconoscimento dei suddetti deficit strutturali non conduca necessariamente ad un self-restraint giudiziale, ad un’autolimitazione del giudice stesso, ma può anche determinare l’adozione di tecniche di giudizio particolarmente forti e incisive sulla statuizione legislativa sottoposta al vaglio di costituzionalità. Il lavoro si articolerà secondo questa struttura: 1) si mostreranno alcuni argomenti classici usati per “criticare” la giurisdizionalizzazione dei diritti sociali (ma, più in generale, la giurisdizionalizzazione dell’allocazione delle risorse) e si presenterà una recente versione di self-restraint giudiziale ispirata a questi argomenti; 2) si considereranno tre decisioni, appartenenti ciascuna ad un anno dell’ultimo triennio (due sono state rese dal Tribunale costituzionale portoghese ed una è stata resa dalla Corte costituzionale italiana: si tratta dell’importante sentenza n. 70 del 2015); 3) si metterà in luce una particolare tecnica di giudizio, che, pur presupponendo il limite cognitivo del giudice, si rivela molto efficace; 4) si svolgeranno, infine, alcune considerazioni di sintesi... (segue) 



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