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NUMERO 1 - 11/01/2017

 Indipendenza ed interpretazione giudiziale

Nell’evoluzione dell’ordinamento giudiziario italiano, tre condizioni, in particolare, sembrano aver ritardato la piena affermazione dell’indipendenza del giudice, nonché il corretto funzionamento dell’amministrazione della giustizia. Esse hanno pesato sullo sviluppo dell’assetto e del ruolo della magistratura, in vigenza dello Statuto albertino, ma, pur trasfigurate, hanno inciso anche sulla disciplina costituzionale, nel mentre la si elaborava in Assemblea costituente e nel suo successivo inverarsi nella vita del Paese e delle istituzioni. L’assetto gerarchizzato dell’apparato giudiziario, la sostanziale omogeneità tra la classe magistratuale e quella politica, la resistenza ad una piena accettazione della separazione dei poteri: ciascuno di questi elementi, in modi ed in tempi diversi, è intervenuto a bloccare i rigurgiti d’indipendenza del Giudiziario, che pur flebilmente provava ad affermarsi, fino, almeno, alle garanzie assegnate alla magistratura dalla Costituzione repubblicana ed al ruolo concepito da questa per il giudice ordinario. Nell’indagarli, si ritiene che un criterio tematico, pur scandito cronologicamente, possa rendere con maggiore efficacia la perdurante incidenza di ciascuna delle tre suddette condizioni sull’organizzazione giudiziaria, nonché il verso della loro evoluzione... (segue)



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