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NUMERO 2 - 25/01/2017

 La Corte e la tutela del diritto di voto

La Corte costituzionale si pronuncerà il 24 Gennaio sulle ordinanze di rimessione della questione di legittimità costituzionale della legge elettorale conosciuta come “Italicum”. Si tratta di una pronuncia sulla conformità della legge elettorale al dettato costituzionale, ma gli effetti della sentenza andranno oltre il petitum. Anzi, possiamo certamente affermare che, per come sono scritte e motivate le ordinanze, gli effetti sono già insiti nella costruzione della domanda di giustizia costituzionale. Il tema è la legge elettorale, ma gli effetti futuri potranno riguardare il controllo di costituzionalità dei diritti fondamentali. Si chiede, infatti, alla Corte un’additiva o una sostitutiva “a rime obbligate”, ma il presupposto di tutte le ordinanze è che i binari siano già tracciati in Costituzione. Il presupposto è che l’articolo 48 della Costituzione fissi già il bilanciamento tra rappresentatività e governabilità; che sia possibile un test di ragionevolezza sulla “disproporzionalità” del premio di maggioranza; che sia possibile rendere omogenei i sistemi elettorali di Camera e Senato. Naturalmente tutto ciò è possibile, ma a deciderlo nel sistema costituzionale italiano è il Parlamento con la legge elettorale che deve rimanere iscritta nel vincolo costituzionale. I giudici, sia costituzionali sia a quibus, hanno lo stesso vincolo, con una differenza: possono esercitare una discrezionalità tecnica e non una discrezionalità politica. Nello scenario costruito dalle ordinanze di rimessione, attraverso il riconoscimento del ricorso diretto a tutela del diritto di voto avremo la definitiva affermazione che la razionalità elettorale si possa raggiungere solo in via giudiziaria... (segue)



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