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NUMERO 14 - 12/07/2017

 Il contributo del giudice amministrativo nei diritti fondamentali del 'cittadino migrante'

L’incontro tra la Corte di Giustizia dell’Unione Europea e le Corti supreme italiane, la relativa firma di memorandum e protocolli d’intesa, l’approfondimento di studio di temi ponderosi del diritto europeo, di sensibile rilievo per i cittadini europei, costituiscono un’occasione davvero preziosa. L’Europa che abbiamo dinanzi dovrà tornare necessariamente a basarsi sulla più stretta collaborazione tra i principali paesi fondatori Germania, Francia, Italia, Spagna, attraverso i meccanismi della "cooperazione rafforzata" previsti dal Trattato in un numero crescente di materie e, rectius, sulla maggiore integrazione tra le radici ebraico-cristiane e illuministiche, da un lato, e il rapporto tra mondo latino e germanico, dall’altro. In questa Europa, ancora priva di sufficienti elementi di statualità, il sistema della giustizia amministrativa costituisce, pur con peculiarità nazionali differenti, una delle poche istituzioni comuni, radicate e riconosciute: le stesse storiche differenze tra sistemi giudiziali dualistici e monistici sono in via di superamento e di reciproca integrazione. Non è senza importanza che nel nucleo fondamentale degli Stati che credono nell'Europa vi sia la comune idea della necessità di un giudice "del potere", un giudice specializzato nel sindacato sul corretto esercizio della funzione pubblica, a garanzia dei cittadini, e ciò non solo nell'esercizio delle funzioni giurisdizionali ma anche in quelle consultive, rese in posizione di indipendenza e di autonomia. Si tratta, a nostro avviso, di un elemento di omogeneità storica, culturale, istituzionale, che vuol dire molto ai fini della ripartenza del progetto europeo, dinanzi alla crisi degli anni recenti, oltre che dell’intenso dialogo tra le Corti, nazionali ed europee, per la costruzione e l'effettività dell'eurodiritto. Le questioni dei rifugiati e dei migranti costituiscono un tema di crescente e comune interesse per l’attività del giudice amministrativo nei principali paesi europei. Le nuove questioni del “diritto senza confini, dei migranti e della nuova cittadinanza” sono state al centro, insieme al tema della semplificazione, della relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario 2017 del Presidente del Consiglio di Stato in Italia. Ma la crescita delle controversie e delle attività del giudice amministrativo in materia si riscontra anche in altri paesi. Nel Rapport public del Consiglio di Stato franceseemerge con chiarezza non solo la rilevanza del contenzioso dell'immigrazione per la giurisdizione amministrativa, ma anche la crescente importanza della Cour National de droit d'asile e dell'istituto del Bureau d'aide jurisditionelle: la prima è una Corte amministrativa specializzata per i ricorsi contro le decisioni adottate dall'Office français de protection des réfugiés et apatrides, rispetto alle cui decisioni il Conseil d'État opera come giudice di cassazione; mentre il secondo decide sulle richieste di gratuito patrocinio provenienti, per la massima parte, da cittadini stranieri. Lo stesso dato è presente nel Regno Unito, come si evince dal rapporto del Senior President dei Tribunals, nel cui carico di lavoro che "largely comprises the resolution of disputes between the State and its citizens", si possono rinvenire le sfide della giustizia amministrativa britannica, con l'incremento costante della domanda di giustizia soprattutto in materia di immigrazione. Una netta crescita del contenzioso in materia di immigrazione emerge anche dal rapporto del giudice amministrativo federale tedesco (Bundesverwaltungsgericht). È stato osservato in un recente studio che uno degli elementi comuni caratteristici dell’azione del giudice amministrativo in Europa «è dato dall'incremento significativo del contenzioso in materia di immigrazione: tutti i sistemi di giustizia amministrativa europei sono divenuti la frontiera in cui si misurano i diritti dei migranti rispetto al potere dello Stato e tutti avvertono la pressione e le tensioni che la attraversano. Come ha osservato il Presidente Pajno, al giudice amministrativo spetta dunque un compito difficile, quello di conoscere "del rapporto di questo potere con la società nel suo complesso" e di incrociarne "dal suo interno la contemporaneità". Le soluzioni adottate in concreto possono variare, come testimoniano le esperienze francesi e britannica, ma l'importanza dei diritti e dei valori in gioco impone alla giurisdizione amministrativa attenzione e sensibilità straordinarie»... (segue) 



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