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NUMERO 2 - 17/01/2018

 Decisione amministrativa e digitalizzazione della p.a.

Nel presente scritto si intende verificare in quale misura l’avvento delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (di seguito ICT) abbia inciso – o possa incidere in un futuro prossimo – sulla decisione amministrativa intesa non come atto amministrativo espressione di una funzione giustiziale, ma come combinazione di giudizio e volontà attraverso la quale l’amministrazione seleziona uno dei possibili assetti dei rapporti e degli interessi nell’ambito dei propri compiti istituzionali. Come è stato osservato, è attraverso le decisioni che l’amministrazione realizza in concreto le funzioni delle quali è attributaria; sicché al mutare del ruolo dei pubblici poteri nell’ordinamento giuridico corrisponde il geometrico mutare della decisione e della sua formazione. Ove si intenda tracciare alcune tra le più significative linee evolutive del percorso, non potrà trascurarsi che, con l’unità d’Italia, si andò delineando un’amministrazione centralizzata, strutturata secondo uno stringente vincolo di gerarchia e tenuta all’osservanza della legge ed al perseguimento dell’interesse pubblico, attraverso una decisione (di competenza esclusivamente statale) considerata “scelta unilaterale ed individuale”, mentre non assumeva alcuna rilevanza giuridica il processo di formazione della stessa. Soltanto a seguito dell’evolversi delle funzioni e dei compiti affidati allo Stato, si introdussero da un canto parametri di legittimità da osservare nell’esercizio del potere, sì da circoscrivere il perimetro della decisione amministrativa; dall’altro rimedi volti a garantire – attraverso l’istituzione della IV sezione del Consiglio di Stato – una giustizia nell’amministrazione. Ma è con l’avvento della Costituzione che prende corpo un modello nel quale una pluralità di amministrazioni, anche non statali, è chiamata ad adottare decisioni, tenendo conto anzitutto dell’interesse primario e degli interessi secondari pubblici e privati, lasciando emergere la stretta correlazione tra decisione, funzione amministrativa e procedimento che di tale funzione costituisce la forma. Il procedimento – aperto alla partecipazione dei privati e delle amministrazioni interessate – risponde all’esigenza pluralistica che domina la società, divenendo la sede per l’acquisizione degli elementi di fatto e degli interessi rilevanti e perciò per una progressiva riduzione della complessità fenomenica sino all’adozione della decisione che deve necessariamente esser conforme – questo è ovvio – al perseguimento dell’interesse pubblico primario come astrattamente configurato dalla norma attributiva, ma che deve altresì realizzare un assetto di interessi che sia (e, attraverso la motivazione, appaia) coerente rispetto alle risultanze dell’istruttoria. Il mutato assetto dell’organizzazione amministrativa spiega così i propri effetti sulla decisione, che appare, sia sul piano logico che su quello giuridico, separata dal provvedimento, mentre l’azione amministrativa si arricchisce di nuove forme (accordi, s.c.i.a., silenzio significativo) attraverso le quali è possibile pervenire alla cura dell’interesse pubblico. Nell’attualità, l’avvento delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione produce mutamenti straordinariamente rapidi e pervasivi in ambito economico non meno che sul versante dei rapporti sociali, civili e giuridici, lasciando emergere una dimensione nuova nella quale l’individuo svolge la propria personalità, esercita libertà e diritti e adempie ad obblighi anche nei confronti dei pubblici poteri. Se può individuarsi una concomitanza tra avvento dello Stato nazione e prima rivoluzione industriale (determinata dall’introduzione della macchina a vapore), tra nascita dello Stato sociale e seconda rivoluzione industriale (caratterizzata dall’introduzione dell’elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio), sembra plausibile che il mutamento epocale cui assistiamo – riconducibile, secondo alcuni, ad una “terza rivoluzione industriale” (fondata, tra l’altro, sullo scambio di informazioni tramite internet) o addirittura ad una “quarta rivoluzione industriale”(orientata verso produzioni personalizzate e connotata da fattori quali l’impiego di big data, tecnologie di cloud computing, internet delle cose, intelligenza artificiale) – possa produrre effetti sulla declinazione del rapporto tra libertà individuali e autorità (espressione di poteri pubblici e privati), sulla struttura ed organizzazione dello Stato e, in ultima istanza, sulla decisione amministrativa. L’opportunità di una riflessione sulle ricadute che l’impiego delle ICT nell’attività amministrativa produce o è atto a produrre sull’organizzazione e sui processi decisionali, appare ancor più evidente ove si osservi come la trasformazione da tempo già in atto, sia accompagnata da oltre un decennio da interventi del legislatore – non sempre coordinati ed organici – volti a disciplinare la cosiddetta amministrazione digitale, anche di recente posta al centro dell’azione di riforma prefigurata dalla legge 7 agosto 2015, n. 124... (segue) 



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