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NUMERO 8 - 11/04/2018

 Le strategie macroregionali europee e il Titolo V della Costituzione

I recenti sviluppi politici europei hanno evidenziato chiaramente come, allo stato attuale, sia quantomeno incerta la volontà degli Stati membri di affrontare i problemi comuni in un’ottica di reale solidarietà e unione di intenti. I risultati del voto popolare nel Regno Unito circa la permanenza nell’Unione, ma forse, prima ancora, l’analisi delle politiche europee di contrasto alla crisi finanziaria greca e all’emergenza connessa ai fenomeni migratori, depongono nel senso di riconoscere l’attuale stato di crisi del progetto europeo. Ciò nonostante, coerentemente con il carattere dinamico dell’Unione Europea (U.E.) quale potere pubblico in continuo divenire, il processo di integrazione europea prosegue con potenzialità espansive rilevantissime. Del resto, è sufficiente ricordare in questa sede come lo stesso art. 1 del Trattato sull’Unione europea (TUE), secondo cui «Il presente Trattato segna una nuova tappa del processo di creazione di un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa», provveda a definire il progetto europeo quale processo in continua evoluzione. In tal senso, le strategie macroregionali europee rappresentano senza ombra di dubbio un nuovo percorso di integrazione. Inserendosi nel quadro delle politiche regionali comunitarie, esse sono concepite quali strumenti per il rafforzamento della coesione territoriale all’interno dell’U.E., attuando così l’obiettivo sancito dall’art. 3, par. 3, del TUE. In particolare, la presenza di affinità di tipo geografico tra territori contigui, pur appartenenti a Stati differenti, e la presa di coscienza della necessità di affrontare questioni di interesse comune relative ad ambiti spaziali non coincidenti con quelli dei territori nazionali, hanno posto le basi per un ‛approccio integrato’, teso alla ricerca di soluzioni condivise tra attori istituzionali facenti capo a diversi livelli di governo nazionali e sovranazionali. In via di prima approssimazione, una strategia macroregionale può dunque essere definita come un percorso in grado di assicurare un maggior coordinamento politico tra i vari soggetti istituzionali, di livello tanto europeo quanto statale e sub-statale. Sembra essere proprio questo il ‘valore aggiunto’ delle politiche macroregionali: un approccio integrato alle problematiche comuni attraverso una redistribuzione delle funzioni tra l’Unione Europea, gli Stati membri, le Regioni e gli Enti locali, infatti, permetterebbe di conseguire risultati più efficienti rispetto a quelli che si otterrebbero con un’azione individuale. Ogni novità, tuttavia, reca con sé alcuni interrogativi di fondo sui quali l’analisi giuridica non può esimersi dal ragionare. Appare perciò necessario verificare la compatibilità delle strategie macroregionali con l’assetto politico-istituzionale delineato dalla Costituzione e dalle altre fonti nazionali. A tal proposito sembra doveroso domandarsi se, ed eventualmente entro quali limiti, le politiche comunitarie di coesione territoriale possano modificare i confini della potestà legislativa tra Stato e Regioni, ma forse, soprattutto, quanto la implementazione delle strategie macroregionali possa determinare delle modificazioni nella titolarità soggettiva dell’attività amministrativa nazionale. Inoltre, in stretta connessione con i temi esposti, ed in qualche modo ancor più densa di implicazioni dal punto di vista del diritto costituzionale ed internazionale, si presenta la questione relativa alla perdurante necessarietà, e dunque alla sopravvivenza, delle istituzioni territoriali infranazionali e finanche degli stessi Stati, visto che – per così dire – la ‘assorbente’ azione avente ad oggetto i ‛territori’ investiti dalle politiche macroregionali sembra poter minare alla radice alcuni concetti giuridici tradizionali, quali quelli di ‛sovranità’ e di ‛autonomia’. L’indagine, quindi, dopo una rapida ricognizione del dato normativo, e cioè delle principali fonti europee e nazionali in materia, procederà all’analisi delle politiche macroregionali nella loro dimensione effettiva, provando a ripercorrere la procedura che è stata concretamente seguita per l’adozione di una strategia macroregionale, allo scopo di meglio definire la sua qualificazione giuridica sotto il profilo tanto strutturale (i soggetti) quanto funzionale (le attività esercitate). Sulla base dei risultati così raggiunti, si cercherà infine di dare qualche plausibile risposta agli interrogativi emersi, al fine ultimo di verificare i profili di compatibilità tra la disciplina europea di incentivazione delle strategie macroregionali ed il principio del ‘pluralismo istituzionale e autonomistico’ cui è ispirata la Carta costituzionale italiana... (segue)



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