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NUMERO 15 - 18/07/2018

 Le esperienze di decentramento territoriale nell'Europa centro-orientale

A seguito del crollo dei regimi comunisti, i paesi dell’Europa centro-orientale, oggi membri dell’Unione europea, hanno proceduto ad un profondo ripensamento della propria organizzazione territoriale che consentisse il superamento del rigido centralismo ereditato dal periodo socialista, attraverso l’introduzione di forme di decentramento. Nell’ambito di tale processo, per segnare la rottura con il passato, i paesi in esame hanno innanzitutto reintrodotto «un sistema di governo locale autonomo e democratico», attraverso l’istituzione di consigli comunali elettivi. In una seconda fase, per rispondere alle nuove esigenze emerse nell’ambito del processo di consolidamento del nuovo ordinamento democratico e di adesione all’Unione europea, tali paesi hanno proceduto con ulteriori riforme della propria struttura territoriale. Nonostante l’influenza esercitata da fattori comuni, sia esterni che interni – tra i quali la conquista tardiva della statualità, la presenza di minoranze nazionali, la dominazione socialista – i paesi dell’Europa centro-orientale hanno optato per soluzioni profondamente differenti. Solo Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia hanno introdotto enti di decentramento regionale, mentre negli altri paesi si è optato unicamente per l’introduzione di istituzioni di decentramento locale, organizzate su uno o due livelli di autogoverno. Tuttavia, la possibilità di istituire le regioni è stato un tema ampiamente dibattuto anche in altri paesi dell’area, nei quali tali riforme non hanno ancora trovato attuazione. Il presente lavoro si concentrerà in particolare sullo studio dell’autogoverno locale, mentre il decentramento regionale – che come ricordato ha trovato attuazione con riferimento ad un’area geografica limitata – verrà trattato solo marginalmente. Va altresì ricordato in via preliminare che la presenza di minoranze nazionali ha storicamente assunto un ruolo importante nell’evoluzione dell’organizzazione territoriale dei paesi dell’Europa centro-orientale, costituendo un freno allo sviluppo di processi di decentramento territoriale ed assumendo un ruolo profondamente differente – o meglio diametralmente opposto – rispetto alle esperienze dell’Europa occidentale. In queste ultime infatti, la presenza di gruppi nazionali minoritari ha legittimato la concessione di particolari forme di autonomia ad enti territoriali. Nei paesi dell’Europa centro-orientale, al contrario, il trascorso storico turbolento ed i timori di separatismi hanno portato tali paesi ad escludere la possibilità di istituire enti di autogoverno nei territori abitati da minoranze nazionali… (segue)



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