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Non vi è oggi chi non veda come le regole che definiscono le forme di capitalismo che caratterizzano le moderne democrazie occidentali mostrino evidenti segni di crisi: gli assetti regolatori pubblici non risultano infatti essere più in grado di registrare in modo tempestivo ed efficace - ingessati come sono in atti normativi e amministrativi di tipo tradizionale, e impermeabili ad ogni vera riforma burocratica - i mutamenti profondi che provengono, da un lato, dai cittadini che a gran voce rivendicano l'esistenza di una nuova sensibilità sociale nei confronti del mercato; i soggetti privati che si muovono sul mercato, d'altro lato, spesso approfittano di tali regole per agire senza tenere nel dovuto conto le istanze provenienti dalla società civile, che reclama più eque relazioni giuridiche ed economiche su cui costruire un nuovo assetto di mercato. Archiviato il dibattito che imperversava sino "agli anni Ottanta del Novecento nelle università" tra "economia governata da mercato oppure di pianificazione centralizzata", oggi ogni riflessione sul rapporto Stato mercato, pubblico potere e soggetto privato, non può prescindere da "un certo numero di lezioni" che abbiamo appreso. Più precisamente, "la prima: un'economia pianificata a livello centrale non funziona", "la seconda: sistemi di puro mercato non esistono da nessuna parte". Ed infatti "nel mondo reale non si sono mai avuti sistemi di puro mercato nè di pura pianificazione centralizzata. Questi modelli non hanno successo nè nel creare prosperità materiale per una larga fetta della popolazione (nel caso di un'economia di mercato) nè per la popolazione in generale (nel caso di un'economia e pianificazione centralizzata... L'inveterato dibattito Stato vs mercato è pertanto sorpassato. Non è una questione dell'uno o dell'altro: sarà sempre necessario un misto dei due". Che il fondamentalismo di mercato sia oggi in crisi appare evidente, e lo è se si fa riferimento in primis agli effetti che esso ha prodotto nel tempo, anche a livello europeo: "il mondo ha pagato a caro prezzo la devozione a questa sorta di religione neoliberista, e ora tocca all'Europa"… (segue)
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