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NUMERO 9 - 08/05/2019

 Sovranità politica e dimensione religiosa nei sistemi unionisti

Alcuni interessanti studi di settore hanno ampiamente documentato che, nel corso della storia, il fattore religioso ha influenzato – talvolta in modo rilevante – le dinamiche degli ordinamenti giuridici statuali, fino ad arrivare ad incidere, in determinati casi, nelle loro rispettive vicende politiche e istituzionali.  Da un lato, il patrimonio dogmatico e di fede di cui sono depositarie alcune religioni, dall’altro, il peso e il ruolo condizionante svolto da talune istituzioni religiose nella sfera statale hanno caratterizzato, in diverse circostanze, i modi di esercizio del potere politico e della stessa sovranità dello Stato. Tale fenomeno risulta essenzialmente prodotto, in linea generale, dal fatto che la religione appare proiettarsi contemporaneamente su tre distinti piani esistenziali intimamente connessi fra di loro. In primo luogo, sul piano individuale, la religione influenza sia la sfera spirituale e morale del singolo soggetto sia il processo formativo della sua personalità. Il pensiero religioso può indirizzare specialmente la visione del mondo e della vita del soggetto credente, le sue scelte personali, la sua complessiva dimensione esistenziale. In secondo luogo, sul piano sociale, la religione non tocca soltanto gli animi dei consociati, ma può accompagnare anche i loro comportamenti a livello comunitario, le loro relazioni interpersonali, incidendo sul sistema dei rapporti sociali che essi stessi alimentano con le loro condotte collettive. Da questo punto di vista, è possibile rilevare che le dottrine religiose tendono ad influenzare oggettivamente, e spesso in modo profondo, il tessuto connettivo e culturale della società civile, il suo patrimonio etico e valoriale, i suoi usi, i costumi, le tradizioni popolari e i modelli comportamentali (individuali e collettivi, pubblici e privati), contribuendo a caratterizzare aspetti importanti delle strutture sociali dello Stato. Infine, sul piano pubblico, la storia dimostra pienamente che l’elemento religioso ha inciso più o meno profondamente sulla conformazione di diversi ordinamenti statuali, investendo le dinamiche della loro sfera politica e dell’esercizio del loro potere sovrano. La vita di alcuni Stati ha risentito e tuttora risente in modo penetrante della presenza religiosa, la quale dispiega i suoi effetti sia nell’ambito della produzione normativa – dove i contenuti degli atti normativi risultano ispirati o comunque rispettosi di valori religiosi – sia nell’ambito del governo politico statale, e delle forme mediante cui viene esercitato… (segue)



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