Il Cammino di Santiago de Compostela è una realtà giuridica e culturale poliedrica. Il pellegrinaggio al santuario, dove si trovano le spoglie mortali del discepolo venuto per evangelizzare la Hispania, si ramificano in diversi itinerari percorreibili e accomunati da un comune punto di transito rappresentato dalla Galizia. Il percorso francese, noto anche come Camino francés, che collega la cattedrale con l’Europa centrale è stato il più importante, sia dal punto di vista storico che culturale. Non a caso è stato dichiarato Patrimonio mondiale nelle due varianti (quella del nord e quella interna), divenendo ben presto il vessillo degli itinerari culturali europei. Nonostante ciò appare necessario sottolineare sin d’ora come le prime disposizioni in materia di tutela e valorizzazione sono emerse solo a partire dagli anni ‘90. A fronte dell’esperienza del cammino francese deve rammentarsi quanto avvenuto con riferimento al percorso inglese, riconosciuto solo nel 2014, ed inerente all’itinerario di pellegrinaggio rivolto tanto agli inglesi quanto agli scandinavi, il cui tratto a piedi è più breve ma di pari interesse rispetto al francese. Lo stesso vale per il cammino del Norte, il Camino de Fisterra e Muxía, il Cammino Portugués, interiore e della costa, la Vía della Plata o Cammino Mozárabe, la via are di Arousa e Ulla e il Camiño de Inverno, oggi riconosciuti dalla legge ma ancora in fase di delimitazione giuridica. L’interesse per il Cammino di Santiago non è il frutto di una casualità nè il frutto di una progettazione improvvisata in un ufficio tecnico o politico da parte della Comunità Autonoma della Galizia. Esso, a contrario, rappresenta un patrimonio di indubbia valenza culturale, così come comprovato dalla copiosa documentazione storica dal secolo X in poi che, come il Codice Calixtino (1139), ne suggella la rilevanza e l’interesse rivestito nel corso dei secoli. Tale tragitto è servito nella storia per perseguire un obiettivo specifico, rappresentato dal pellegrinaggio di origine religioso-cristiana. Tuttavia, la sua continuità fino ai giorni nostri spinge a considerarne l’attrattività in una prospettiva che valica il fatto fisico del pellegrinaggio e degli elementi materiali che lo caratterizzano, per dare spazio ad un plusvalore rappresentato dalla valenza immateriale insita in siffatto patrimonio culturale. Un bene che trova consistenza, altresì, sul versante delle influenze che il Cammino ha esercitato sul modo di atteggiarsi di paesaggi, della vita, delle tradizioni e dei costumi delle città da esso interessate in tutta la Europa. La stratificazione di detti elementi sintetizza le cause che spingono ad una trattazione delle risultanze sociali e giuridiche di detto fenomeno… (segue)
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