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FOCUS - Osservatorio Emergenza Covid-19 N. 1 - 13/03/2020

 La libertà di esercizio del culto cattolico in Italia in epoca di COVID-19. Una questione di diritto internazionale.

L’esigenza di contrastare il COVID-19 ha posto il Paese di fronte a un’inedita situazione di limitazione di alcune delle libertà fondamentali tutelate dalla Costituzione, anzitutto quella attinente la circolazione delle persone. Tali restrizioni hanno avuto un impatto diretto, fra l’altro, anche sulla partecipazione dei cittadini italiani alle celebrazioni del culto cattolico, per di più nelle settimane caratterizzate dai riti pasquali. Fatta salva la prioritaria considerazione del valore delle vite umane coinvolte nell’epidemia e degli sforzi straordinari compiuti dalle categorie “in prima linea” (dagli operatori sanitari alle forze dell’ordine, senza dimenticare i “rider” incaricati di portare cibo e altri beni nelle case degli Italiani), la lotta al COVID-19 ha rappresentato con tutta evidenza un vero e proprio stress test per la tenuta del Sistema Paese dal punto di vista economico e sociale, per il funzionamento delle Pubbliche Amministrazioni, nonché sotto il profilo dei rapporti fra i poteri dello Stato e fra i diversi livelli di governo (Stato, Regioni e autonomie locali). Allargando l’orizzonte di queste considerazioni, viene ora da domandarsi se tale stress test sia stato superato anche sul piano dei rapporti fra lo Stato italiano e la Santa Sede. Un rapporto che – non è certo necessario rammentarlo – ha caratterizzato profondamente per la sua peculiarità rispetto anche ad altri Paesi europei a maggioranza cattolica l’intera storia unitaria del nostro Stato, sin dai suoi albori risorgimentali. Ma, è bene ricordarlo sin d’ora, pur trattandosi di un rapporto per così dire “familiare” per uno Stato italiano che nella propria capitale ospita in enclave uno Stato straniero, si tratta pur sempre di un rapporto di diritto internazionale, essendo la Santa Sede – ente di governo della Chiesa cattolica, sotto la guida del Sommo Pontefice – un soggetto di diritto internazionale, appartenente quindi alla stessa comunità di soggetti originari, sovrani e che si relazionano inter pares alla quale appartiene anche la Repubblica Italiana. Pertanto, l’assetto di interessi fra Stato e Chiesa legato alla limitazione dell’esercizio della libertà di culto in Italia pone certamente quesiti di ordine costituzionale – in primis, di coordinamento di tale libertà con altri valori costituzionali, come il diritto alla salute – ma ad avviso di chi scrive la regolazione di tale assetto va ricercata non tanto nell’ordinamento interno, bensì nel sistema giuridico internazionale, cui i due soggetti titolari degli interessi in gioco appartengono. Prima di approfondire tale tematica, procediamo per ordine, individuando i termini della questione in esame sotto il profilo normativo… (segue)



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